Nella splendida cornice de “Lo Spirito del Pianeta”, il festival etnico e delle tradizioni popolari che si svolge a Chiuduno dal 25 maggio al 10 giugno, risuonano le melodie del repertorio tradizionale bergamasco. Tra baghèt, sìol e siglòt Piergiorgio Mazzocchi e i suoi Samadur vogliono riproporre e valorizzare il nostro patrimonio musicale, senza tralasciare l’aspetto della ricerca e della formazione di nuovi “baghèter”.
Una ricerca che Piergiorgio Mazzocchi aveva già intrapreso molto tempo prima della fondazione del gruppo musicale: “I Samadur nascono nel 1991 ma il mio interesse nell’ambito delle tradizioni bergamasche parte molto prima. Già negli anni ’70 ho iniziato a raccogliere e registrare musiche e, in quarant’anni, ormai ho una collezione di circa un centinaio di cassette. Per quanto riguarda gli strumenti molti li ho scoperti personalmente attraverso indagini approfondite sul nostro territorio”.
Ad affiancare Piergiorgio, che rifiuta l’etichetta di leader, ci sono Carlo Musitelli, altro veterano del gruppo, e una serie di ragazzi giovani. “Dei fondatori sono rimasto solo io – racconta Piergiorgio – ma continuiamo a raccogliere adesioni sul territorio e, la cosa che stupisce di più, è che sono tutti ragazzi. Il più giovane, Carlo Mologni, ha solo 19 anni. Poi ci sono i fratelli Marco e Maurizio Cefis e Roberto Masnada”.
A Chiuduno era prevista una loro esibizione per venerdì 25 maggio ma, per problemi tecnici, non sono riusciti a salire sul palco: “Poco male, ne abbiamo approfittato per scendere in mezzo alla gente e suonare a stretto contatto con loro”.
Sabato 26 maggio, però, i Samadur si sono rifatti con gli interessi quando sono stati chiamati a fare da spalla al galiziano Carlos Nunez. Una sintonia nata una decina di anni fa in occasione del Capodanno celtico al Castello Sforzesco: “Quello è stato il nostro primo incontro con Carlos e quando ci ha chiesto di suonare con lui non potevamo certo rifiutare. A Chiuduno molta gente era sicuramente venuta per lui, ma anche quando siamo saliti sul palco noi con i nostri baghècc il pubblico ci ha accolto alla grande. La risposta della gente è stata più che positiva e fa piacere soprattutto perché il Festival di Chiuduno riesce sempre a stupirmi per la massiccia presenza di giovani e bambini che sono la stragrande maggioranza dei partecipanti. È il lato che apprezzo di più dello Spirito del Pianeta: ha la capacità di coinvolgere veramente i giovani in un evento culturale”.
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