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Bergamo

Assunte come badanti e costrette a prostituirsi In manette 17 sfruttatori

L'operazione condotta dal nucleo operativo dei carabinieri di Bergamo. Minacce, sparatorie e acquisto di armi hanno portato all'arresto di due bande rivali: una rumena e una albanese. In manette anche sei italiani.

Stipendio sicuro per un lavoro onesto come bandanti. L’invito era allettante per moltissime ragazze rumene, da poco maggiorenni, proposto da una connazionale che da anni risiedeva a Bergamo. Una volta in terra orobica le giovani donne erano costrette a prostituirsi.

Una feroce lotta tra una banda rumena e una albanese per la conquista di zone o “piazze” dove far prostituire le giovani donne ha portato in carcere 17 persone: sei italiani, 4 rumeni e sette albanesi. Le indagini sono state seguite dal nucleo operativo dei carabinieri di Bergamo. Tutto nasce nel maggio del 2008 da un tentativo di estorsione nei confronti di una prostituta rumena sulla provinciale Villa d’Almè–Dalmine da parte di un uomo albanese. Un mese più tardi, siamo nel giugno 2008, due sconosciuti sparano alla vettura della prostituta rumena, una Toyota Paseo.

“Era chiaro che si trattava di una lotta tra bande rivali in lotta per il controllo del territorio del meretricio” afferma il Giuseppe Serlenga, vicecomandante dei Carabinieri di Bergamo.

“Le ragazze chiamavano al telefono i rispettivi sfruttatori e indicavano tutti i loro spostamenti e per eludere eventuali intercettazioni o investigazioni cambiavano le schede Sim dei telefoni cellulari” spiega il pm Carmen Pugliese. Il ruolo di facciata dei sei italiani era quello di accompagnare le ragazze sul luogo dove si prostituivano, anche se poi fornivano appoggio logistico e avvisavano le giovani donne dei controlli delle Forze dell’Ordine e acquistano profilattici. Le indagini hanno permesso di individuare le due bande criminali che arruolavano con l’inganno le donne per poi farle prostituire.

Nel corso dell’indagine, nel luglio del 2009, sono emersi tentativi di omicidio nei confronti di cittadini albanesi e rumeni nella la lotta per la spartizione dei luoghi della prostituzione. E proprio per “sanare” le situazioni controverse i componenti delle bande acquistavano armi. Da qui l’arresto di due albanesi a Boltiere, avvenuto il 20 dicembre 2009 per la detenzione di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa.

Un altro albanese è finito in manette a Treviglio il 30 settembre del 2009 per detenzione di droga e di una calibro 7,65, infine, un altro albanese è stato arrestato a Seriate il 6 ottobre 2009 per la detenzione di una pistola clandestina calibro 7,65. Ora per tutti loro è scattato l’ordine di custodia cautelare.

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