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Bergamo

Orio risorsa economica? Studio dell’Università lo dimostrerà fotogallery

L’Università degli Studi di Bergamo svilupperà un modello per studiare gli impatti diretti, indiretti e catalitici dell’Aeroporto di Orio al Serio "Il Caravaggio".

di Antonella Previtali

Un anno è la tempistica preventivata dall’Università degli Studi di Bergamo, 50mila euro la cifra che l’aeroporto “Il Caravaggio” di Orio al Serio ha deciso di investire per lo sviluppo del progetto. L’Università di Bergamo studierà l’impatto specifico sotto l’aspetto economico ed occupazionale dell’Aeroporto di Bergamo Orio al Serio con l’obiettivo di offrire una chiave di lettura del ruolo assunto dallo scalo nel contesto territoriale, soffermandosi sui cambiamenti che l’attività aeronautica ha indotto sul tessuto economico e industriale bergamasco.

“Noi trasportiamo economia”, così ha dichiarato Andrea Mentasti, direttore generale Sacbo, nel sottolineare il valore che viene riposto e riconosciuto a questo progetto. Stefano Paleari, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, ha spiegato che le analisi che vengono utilizzate per scelte importanti di localizzazione, incremento, collegamento e accessibilità per aeroporti delle dimensioni di quello di Orio al Serio sono l’estrapolazione di analisi fatte prevalentemente su aeroporti molto più grandi (dell’ordine di 60-70 milioni di passeggeri) con realtà territoriali ed economiche specifiche.

Quasi si potesse procedere per semplice deduzione. Ora, Aeroporto e Università sono d’accordo nel sostenere che si può pensare di sviluppare dei modelli di monitoraggio specifici per l’aeroporto e per l’intero sistema territoriale bergamasco, soprattutto in un periodo di crisi generale in cui le differenze tra un territorio e l’altro sono nette e dedurre non è sufficiente.

L’Università degli Studi di Bergamo, sfruttando competenze culturalmente trasversali che vanno dall’area economica a quella linguistica fino a quella ingegneristica, elaboreranno un modello che permetta di calcolare gli impatti (dell’aeroporto sul territorio) diretti, indiretti o indotti e catalitici. Con un modello specifico si supereranno i problemi di oggi legati all’utilizzo di una metodologia rigorosa, ma generalista, abbreviando le tempistiche e superando le aggregazioni nazionali e regionali per scendere a livello provinciale, delimitando anche il perimetro su cui questi impatti socio-economici ricadono: provincia, regione o nazione. Perché è importante fare queste analisi in questo momento?

“Perché, molto spesso”, spiega il rettore Paleari, “queste analisi sono la fotografia di quello che è l’esistente e, oggi, l’esistente è in forte movimento. Quindi capire bene le dinamiche d’impatto in una situazione movimentata e incerta aiuta i vertici dell’aeroporto, ma anche gli stakeholders di tipo economico e sociale, a capire quali fenomeni interverranno sul territorio. In effetti, stante le previsioni economiche che dicono che fino al 2017 i tassi di crescita saranno, se ci saranno, di mezzo punto percentuale sul sistema paese, questo vuol dire che un euro portato sul territorio è sottratto a qualcun altro”.

Il Rettore Paleari che sarà il Referente Istituzionale del progetto e Paolo Meneghetti, Coordinatore scientifico-operativo a capo del suo sviluppo presso il Centro per la Gestione dell’Innovazione e del Trasferimento Tecnologico, non hanno nascosto l’ambizione di portare questo caso-studio fino allo sviluppo di un modello che possa essere applicato in maniera flessibile in altre realtà e che permetta a molti aeroporti di superare l’applicazione del modello generalista.

“In sintesi” ha concluso il rettore “vogliamo passare dalla bassa all’alta definizione dell’impatto”.

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