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Street parade

“Bergamo street parade Tanta ipocrisia e tanta tristezza” fotogallery video

Daniele Forcella, Coordinatore del PD di Azzano San Paolo, ha provato a dare una visione imparziale della Bergamo Street Parade, piazzandosi al centro della diatriba in atto tra chi è a favore della manifestazione e chi invece si è opposto in maniera ferma.

Daniele Forcella, Coordinatore del PD di Azzano San Paolo, ha provato a dare una visione imparziale della Bergamo Street Parade, piazzandosi al centro della diatriba in atto tra chi è a favore della manifestazione e chi invece si è opposto in maniera ferma: tanta retorica e falsi moralismi da parte di politici e perbenisti; tristezza nel vedere ragazzini strafatti di alcol e droga.

Ecco le parole di Forcella sul proprio blog

Street Parade Bergamo – Tanta ipocrisia e tanta tristezza

Premetto che il mondo delle Street Parade non mi appartiene. Non amo gli eccessi di molti che vi partecipano ma soprattutto non amo il tipo di musica che va per la maggiore a queste manifestazioni. Detto questo, mi sembra che la polemica delle ultime ore sulla Street Parade di Bergamo di sabato sera abbia assunto inaccettabili caratteristiche di retorica e propaganda. Io, alla manifestazione di sabato, per curiosità ho assistito (seppur per poco tempo): per questo mi sento di dire che in queste ore sbagliano in tanti, a mio avviso. Sbaglia chi si schiera, a priori, a favore o contro questo tipo di manifestazioni.

In primo luogo sbagliano i politici cittadini, che si sono affrettati ad esternare pubblicamente affermazioni assolutamente strumentali e generalizzanti sul mondo dei giovani e del divertimento. Parlano a sproposito, questi oscuri personaggi che il mondo dei ragazzi d’oggi manco si sforzano di comprendere (e che dovrebbero, invece, rappresentare). Attenti esclusivamente a recuperare consenso elettorale, condannano e insultano, parlando senza distinzione alcuna di "ragazzi incivili e incapaci di divertirsi senza sballo". Forse non sanno, i nostri cari amministratori, che con una gestione della cosa pubblica più attenta al mondo giovanile e alla sua evoluzione, non ci sarebbe bisogno di Street Parade. Nè tantomeno sanno che, all’interno delle migliaia di ragazzi che vi hanno partecipato, vi sono un gran numero di persone oneste, educate e volenterose che si sono adoperate al meglio (probabilmente senza averne tutti i mezzi necessari) per settimane per far sì che la manifestazione di sabato risultasse un evento sì divertente ed innovativo, ma soprattutto civile, rispettoso e sobrio.

Sbagliano i "cittadini per bene", esponenti della (ex) illuminata borghesia bergamasca, che da decenni considerano la città un luogo di nicchia dove il divertimento più grande consiste nel gustarsi un gelato passeggiando in abiti firmati sul sentierone al sabato pomeriggio o nell’assistere ad uno spettacolo di musica classica al Teatro Donizetti.

Sbagliano i criticoni del sempre e comunque, per i quali qualsiasi novità rappresenta una sfida al loro mondo fatto di divano, televisione e partite di calcio.

Sbagliano quindi gli adulti, impegnati ancora una volta a giudicare senza comprendere e a condannare senza un esame di coscienza (siamo proprio sicuri, che i giovani di un tempo fossero così "migliori" dei giovani d’oggi?). Purtroppo però, anche nell’universo che vivo, e cioè quello giovanile, debbo constatare comportamenti e atteggiamenti profondamente negativi.

E’ vero: alla manifestazione di sabato ho assistito a scene preoccupanti. Ragazzini di 14-15 anni completamente fatti di alcol e droga; persone ubriache che lanciavano bottiglie di vetro e distruggevano cartelli stradali; giovani ragazze collassate sui prati del centro. Guardando quelle scene ho avvertito, devo ammetterlo, un senso di profonda tristezza. Non perchè io mi senta superiore, migliore e pulito; ma perchè non voglio arrendermi al pensiero che il divertimento sia diventato per molti l’evasione dal mondo reale vissuto con consapevolezza.

La mia non è un’analisi socio-culturale, nè tantomeno una dichiarazione di purezza. Chi non si è mai ubriacato in adolescenza? Chi non ha mai fumato una sigaretta di nascosto? O provato a fare qualche tiro di "spinello"? C’è una differenza sostanziale però, tra quello che è stato il mio mondo, la mia adolescenza, e il mondo adolescenziale attuale, ed è che oggi queste situazioni sono estremamente diffuse e comuni; talmente "normali" che non ci si affretta più manco a nasconderle. Sballarsi fino al coma è la normalità, anche tra i minorenni. Questo è l’aspetto più sconvolgente. Per questo motivo sbaglia, a mio avviso, chi in questi giorni continua a nascondere queste situazioni e a giustificarle.

Sbaglia chi giustifica lo sballo, l’inciviltà, esclusivamente dando la colpa a chi sta sopra di noi, a chi decide per noi, al mondo dei "grandi". Sbaglia chi si rifiuta di osservare, di chiedersi, di preoccuparsi per questo mondo di ragazzi alla deriva. Sbagliano gli adolescenti stessi (vuoi per mancanza di educazione, per fragilità o per sfortuna), inconsapevoli dei rischi e delle implicazioni future dei loro comportamenti.

Detto questo, continuo a ritenere che una manifestazione come la Street Parade non possa essere considerata la causa di tutti i mali. I ragazzi che sabato si sono sbronzati, che hanno preso droghe, lo avrebbero fatto come ogni altro sabato sera in altri luoghi, nelle discoteche o a casa di qualcuno di loro. Questo è ciò che gli amministratori si rifiutano di capire. Il loro errore è addossare le responsabilità e le cause del disagio giovanile ad un evento limitato a poche ore: un evento che ha comunque, nel complesso, coinvolto tanti ragazzi di buonsenso. Giovani che hanno voluto esclusivamente ballare e ascoltare musica per le strade di un centro città, altrimenti e come sempre, morto e deserto. Ho visto gli organizzatori della Street Parade indignati e dispiaciuti per le scene di degrado e inciviltà dei loro coetanei; ho sentito dalle loro voci tutta la tristezza per non essere riusciti ad evitare, nonostante l’impegno, il verificarsi di gesti vergognosi.

Credo semplicemente non fosse in loro potere, nonostante tutta la buona volontà. Quindi sono convinto che avrebbero fatto meglio, i perbenisti e i politici, a scendere per la strada, osservare, parlare con i giovani, piuttosto che stare rinchiusi nei palazzi e nei salotti riempiendosi la bocca di dichiarazioni piene di retorica e falsi moralismi. Infine, faremmo una buona cosa tutti (giovani e meno giovani), a cercare di capire fino in fondo il perchè divertirsi per tanti (e sempre di più) ragazzi significhi solamente sballare ed evadere dal mondo reale: occorre cominciare con urgenza a fare qualcosa per correggere la rotta.

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