I deferimenti tanti attesi e temuti sono arrivati. L’Atalanta, come da pronostico, non è stata risparmiata e, assieme al suo ex capitano Cristiano Doni, è stata inserita nella lunga lista di persone e società coinvolte in questa prima tranche dell’inchiesta legata al calcioscommesse.
Mario Caffi, esperto in diritto sportivo nonché storico consigliere e avvocato della società nerazzurra, esterna a Bergamonews tutta la sua preoccupazione per via “di quella reiterazione che vede l’Atalanta coinvolta per la seconda e terza volta in un caso di illecito nella stessa identica stagione. Questo – ha spiegato Caffi – è un segnale assai brutto”. L’avvocato, però, preferisce non sbilanciarsi: “Non ho seguito molto le vicende e per questo non voglio fare commenti su come potrebbero andare le cose. Ma – continua – possiamo dire quasi con certezza che, in vista del prossimo campionato, qualche punto di penalizzazione per l’Atalanta arriverà”.
Si torna così a parlare di quella responsabilità oggettiva che tanto divide il popolo pallonaro: “Si tratta di un vero e proprio mostro giuridico – spiega Caffi -, l’ennesima dimostrazione che la giustizia sportiva calpesta i principi più elementari della vera giustizia perché il ritenere responsabile un soggetto per comportamenti di persone fisiche, presumibilmente adulte e consapevoli, è un principio superato sul piano del diritto. Come si può pretendere che un presidente segua anche nel privato le azioni dei suoi tesserati? E’ assurdo”.
E per Caffi, quello che si aprirà a breve sarà un processo molto pericoloso per tutto il calcio italiano, “perché certe decisioni vanno prese con calma e attenzione mentre ora, da quel che mi pare di capire, si faranno le cose “di corsa” per stringere i tempi”.