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Dea, serviva l’orgoglio Rocchi va fermato: il match l’ha rovinato lui

Nel punto di Luciano Passirani c'è proprio tutto: dall'incredibile arbitraggio del fischietto fiorentino che ha danneggiato l'Atalanta, alle poche (o nulle) motivazioni trovate dai nerazzurri contro la Lazio.

di Luciano Passirani

Fuori dal campo vincono i tifosi e i loro festeggiamenti, in campo le motivazioni, oltre agli episodi condizionanti e negativi per l’Atalanta creati dall’arbitraggio di Rocchi. L’Atalanta sembra averne solo per il primo quarto d’ora, la Lazio dimostra di crederci di più e per tutta la gara. Poi devi sapere che se incontri Rocchi contro una romana che corre ancora per la Champions può capitarti di partire ad handicap. Così è stato o almeno rimane l’impressione, che diventa poi certezza quando l’internazionale di Firenze non vede un rigore solare su Denis che avrebbe proprio all’inizio cambiato la partita, mentre nel secondo tempo ben individua e avverte un ironico applauso di Stendardo, che costa il rosso diretto nel momento di maggiore rincorsa dell’Atalanta.

Casualità o metodologia arbitrale, come fare a credere ad un Rocchi al di sopra dell’importanza della posta per i laziali? Personalmente Rocchi sarebbe da fermare per sempre, non solo per gli indisponenti errori visti al Comunale, ma il “palazzo” finirà per portarlo agli europei.

Comunque grazie Atalanta per tutto il campionato fatto, rimane il rammarico per una prestazione non all’altezza che mi lascia un pizzicotto dentro in una giornata di festa. Se guardo il Bologna che nella stessa giornata trova le motivazioni per battere il Napoli, di fatto estromettendolo dal terzo posto, allora il mio personale rammarico diventa rabbia, per non avere trovato la Dea le motivazioni per fare altrettanto con la Lazio.

Proprio un enorme striscione comparso in curva all’inizio della gara chiariva a chi volesse capire i sentimenti bergamaschi : “Essere atalantini, esserlo dentro… le bandiere non sono gli ottimi giocatori ma uomini di esempio e ricchi di valori", accompagnato dal nome e dal numero delle maglie di Angeleri 4, Gardoni 5, Bertuzzo 11, Stromberg 7, Magrin 8, Bonacina 4, Bellini 6, con i brividi che correvano lungo il corpo di ciascuno dei 16.000 presenti. Reja escluso per il solo fatto di essersi distinto per tutti i novanta minuti nella plateale e stucchevole parte del calimero sempre danneggiato a suo dire in ogni occasione.

Ora la trasferta di Torino e grazie Inter se la gara con la Juventus sarà solo festa per entrambe, perché al contrario la parte economica dell’affare Padoin avrebbe creato qualche imbarazzo. Infatti ricordo che l’Atalanta incasserà dalla cessione del centrocampista 5 milioni di euro con l’aggiunta di un bonus di un milione per il raggiungimento di un posto Champions da parte della Juventus, che con in calendario proprio all’ultima giornata lo scontro diretto non era proprio il massimo della trasparenza, in una settimana che vorrebbe essere solo di festa, attendendo cosa uscirà dai nuovi deferimenti di Palazzi. E oltre preferisco non andare.

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