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Il leghista Dolazza denunciò il sistema Finmeccanica e compromise la carriera

Sul quotidiano online Linkiesta l'intervista di Alessandro Da Rold a Massimo Dolazza, bergamasco di Stezzano dove è consigliere comunale e capogruppo, ex parlamentare della Lega, che denunciò il sistema Finmeccanica.

Sul quotidiano online Linkiesta l’intervista di Alessandro Da Rold a Massimo Dolazza, bergamasco di Stezzano dove è consigliere comunale e capogruppo, ex parlamentare della Lega, che denunciò il sistema Finmeccanica.

 

Un esponente della Lega Nord che ha quasi finito la sua carriera politica dopo aver denunciato più di dieci anni fa il presunto «sistema Finmeccanica». Si chiama Massimo Dolazza e fu sospeso dal Carroccio perché chiese chiarimenti sui rapporti tra la politica italiana e una delle aziende leader nel mondo per l’areonautica militare. Era il bodyguard del leader Umberto Bossi nei ruggenti anni ’90.

Poi diventò senatore del Carroccio per due legislature, dal ’94 fino al 2001, con un posto nella commissione Difesa. «Mi paragonarono al cavallo di Caligola» ricorda a Linkiesta. Non ne faceva passare una alla holding di piazza Monte Grappa e alle sue controllate. Interpellanze, interrogazioni, poi un libro dal nome «Nemici a nord, sud, est e ovest» di Leonardo Facco editore. In fondo compare un capitolo esplosivo sulla Aermacchi dove lavora come dirigente del personale Emilia Macchi, la moglie di Roberto Maroni.

«Ma ho già scritto tutto nel libro, di aprire vecchie ruggini non ne ho proprio voglia. Hanno già provato a denunciarmi due volte. Le multinazionali hanno giocatori che sanno giocare su più tavoli», spiega, ricordando che, dopo che «Bobo e Umberto» presero le distanze dalle sue iniziative, fu Roberto Castelli a spostarlo nella commissione lavoro.

In queste ore la magistratura sta indagando su Lega e Finmeccanica.

Io ho sempre lavorato negli interessi dei cittadini e degli elettori. Se qualcuno si è servito del movimento è giusto che se ne vada. Sono un sottuffuciale della Marina Militare da 25 anni, ho una laurea specialistica. In Lega c’è gente che è arrivata fino a Roma con la licenza di terza media… Alla fine degli anni ’90 c’era il governo D’Alema. Eravate all’opposizione. Cosa è successo? Di quei quattro che eravamo in commissione difesa, tra destra e sinistra, non ne rimase nessuno. Il problema Finmeccanica non è solo della Lega, ma di tutti i partiti. Lo scriva perché altrimenti non sarà mai fatta chiarezza.

Lei fermò 500 miliardi di vecchie lire che dovevano arrivare dal governo a Finmeccanica.

Che casino che venne fuori! Io semplicemente non capivo come mai questi soldi arrivassero dal ministero dell’Industria. Feci un esposto alla commissione europea su sovvenzioni statali che erano in contrasto con la normativa europea. Poi sa alla fine chi risolse la cosa e sbloccò tutto?

No, mi dica.

Mario Monti, che all’epoca era presidente della commissione… Protagonisti di oggi, protagonisti di ieri. Non cambierà mai niente in questo Paese.

Lei non è stato espulso dal movimento.

Perchè mai? Ho la pelle dura, non ci hanno mai provato. Ho pelo e contropelo.

Ma dopo il «casino» su Finmeccanica non fu più candidato a Roma.

Alle ultime politiche con l’uninominale avevo portato a casa più di 12 mila preferenze.

Altro che Trota Renzo Bossi.

Ma queste sono piccole cose rispetto al resto. Il problema è che dentro la Lega non ci sono stati controlli approfonditi su quello che stava accadendo. Io Belsito e Balocchi li ho conosciuti. Quando sento Castelli dire che voleva vedere i conti, mi domando perchè non l’abbia fatto prima.

La malattia di Bossi non ha aiutato.

Direi per niente.

E ora che fa?

Sono capogruppo del Carroccio nel comune di Stezzano. Continuo a lavorare. Le idee della Lega ci sono e non moriranno mai. Abbiamo tanti ottimi amministratori. Dobbiamo ripartire da lì, dai nostri sindaci. Se si deve fare pulizia non fermiamoci a quattro nomi, ma continuiamo con chi ha piazzato parenti, amanti, generi e cognati in tante controllate. Dobbiamo cacciare chi si è servito della Lega.

Come fa a credere ancora nella Lega dopo tutto quello che è successo?

Le idee ci sono. Credo ancora nel movimento. Qui a Stezzano lavoriamo bene, abbiamo un grande sindaco. Io ci credo ancora. Forse dopo queste indagini sarà fatta davvero pulizia.

Su Bossi mette la mano sul fuoco?

Da quando conosco Umberto l’ho visto mangiare sempre solo pizza, un piatto di spaghetti al sugo di pomodoro e una coca cola. Ai tempi qualche volta si permetteva uno Jaegermeister. Gli dovevo dare pure le sigarette… Non scherziamo. Non ha mai preso una lira.

Maroni è il futuro?

Io al congresso federale non voto, non sono un delegato.

Non mi ha risposto

Preferisco non rispondere.

Roberto Calderoli e la casa di Roma?

Ma come si fa a gettare fango su uno come Calderoli? Uno che ha speso un sacco di quattrini per la Lega Nord. Capisco che i giornalisti devono trovare i titoli e le notizie, ma davvero Calderoli, con tutto quello che ha fatto, è intoccabile.

Ma scusi la vicenda di Brancher, il caso Antonveneta, il ministro per il Federalismo.

Guardi le racconto una storia. Quando dentro la Fiat entrò uno della General Motors, già si sapeva come sarebbe finita. Ci entrò per mangiarsela.

Parla dell’accordo tra la Lega e Berlusconi?

La storia insegna sempre.

Il Carroccio che fine farà?

Ripartiamo dalla base e dai territori, a Roma le cose non cambieranno mai. Le multinazionali hanno giocatori che sanno giocare su più tavoli. Troppi tavoli.

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