Una vacanza decisamente lunga, ben venti giorni. E’ quella che si è preso il Consiglio regionale della Lombardia: un ponte di tre settimane. Nel Pirellone dei nove indagati infatti (erano dieci ma l’assessore leghista Monica Rizzi si è dimessa su richiesta esplicita del movimento), nel Pirellone degli scandali, nel Pirellone dei veleni, dall’ultima riunione del 17 aprile alla successiva in programma per l’8 maggio passano giusto giusto una ventina di giorni.
Ferie per tutti, anzi no, perché qualcuno forse si ritroverà nelle commissioni che sono state convocate: ma solo alcune, non tutte.
Perché questa decisione? Perché il Consiglio della Regione Lombardia si riunisce di solito il martedì: il prossimo è la vigilia della Liberazione, non è festivo ma quasi via, e il successivo è il 1° maggio, quello sì di festa.
Peraltro ci sono le elezioni in un centinaio di Comuni ed è prassi in Lombardia non covocare l’assemblea nel clou della campagna elettorale.
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