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La squalifica

Caos ultras genoani Ferraris chiuso due turni Troppo o poco? Dì la tua

Giocherà per due gare senza il suo pubblico il Genoa di Preziosi dopo gli incresciosi fatti che domenica hanno fatto sì che il match di Serie A tra il Grifone e il Siena fosse fermato per 45 minuti per via della protesta degli ultrà rossoblù. Cosa ne pensi?

Giocherà per due gare senza il suo pubblico il Genoa di Preziosi dopo gli incresciosi episodi che domenica hanno fatto sì che il match di Serie A tra il Grifone e il Siena fosse fermato per 45 minuti per via della protesta degli ultrà rossoblù che, dopo il quarto gol subito dalla loro squadra, hanno voluto che i loro beniamini (o ex beniamini) si togliessero le maglie che, secondo loro, non meritavano di indossare.

La Genova rossoblù, dunque, non vedrà più il Grifone al Ferraris in questo campionato: le ultime due gare contro Cagliari e Palermo non avranno nessuno spettatore.

Per qualcuno, però, non è stato usato il pugno duro che tutti, o quasi, si aspettavano. Patron Enrico Preziosi in primis; lui che domenica, pochi minuti dopo i fatti di cui oggi si parla in tutta Italia e in tutta Europa, aveva fermamente condannato quella frangia della tifoseria, augurandosi che “possa finire in galera”.

Anche a Bergamo e a Roma, seppur in situazioni non direttamente collegate a questioni di campo, gli ultras costrinsero alla sospensione. L’Atleti Azzurri d’Italia nel 2007, aveva vissuto una situazione simile. In seguito alla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri i tifosi della Curva Nord entrarono prima in contatto con le forze dell’ordine all’esterno dello stadio e poi spinsero per la sospensione della partita contro il Milan. Lo stop durò 33 minuti, poi lo speaker annunciò il rinvio definitivo del match: in seguito a questi fatti la Curva Pisani rimase chiusa per 4 mesi.

Nel 2004, invece, durante un derby di Roma tra le due tifoserie si diffuse la notizia, poi rivelatasi falsa, della morte di un ragazzino, investito da una camionetta dei carabinieri. Esponenti delle due curve scavalcarono le recinzioni e imposero la sospensione, decisa poi dall’arbitro Rosetti e dall’allora presidente di Lega Adriano Galliani. In questo caso la Roma se la cavò con un solo turno di squalifica del campo, mentre alla Lazio fu comminata soltanto una multa salata.

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