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La tappa

Applausi e commozione L’Armando Picchi saluta il suo “Moro” fotogallery

E’ stato un saluto vero, sincero, carico di commozione quello che Livorno ha voluto dedicare a Piermario Morosini, il centrocampista bergamasco morto sabato a Pescara durante il match di Serie B. Erano circa 8mila i livornesi che hanno riempito il Picchi.

E’ stato un saluto vero, sincero, carico di commozione quello che Livorno ha voluto dedicare a Piermario Morosini, il centrocampista bergamasco morto sabato a Pescara durante il match di Serie B.

I livornesi che l’hanno accolto per l’ultimo applauso (erano circa 8mila) hanno letteralmente riempito i due settori del Picchi che sono stati aperti dalla società. La musica di Ligabue, quella di Jovanotti e l’inno del Livorno hanno accompagnato il giro di campo che la salma del ragazzo bergamasco ha compiuto a bordo del carro funebre.

L’unica tappa è stata fatta sotto la tribuna centrale, dove la bara di Morosini è stata benedetta dal vescovo della città monsignor Simone Giusti proprio sotto agli occhi di Armando Madonna, dei suoi collaboratori e di tutta la squadra labronica che, per l’occasione, si è presentata sul campo di gioco con la casacca numero 25, quella del “Moro”, la stessa che il club toscano ha ritirato ufficialmente in onore dello sfortunatissimo atleta di Monterosso.

In tribuna la rosa dell’Empoli al gran completo, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, il numero uno del club amaranto Aldo Spinelli e, assieme a loro, una delle più grandi bandiere che la storia della società labronica ha conosciuto, Igor Protti, che prima dell’ultimo saluto a Morosini ha commentato: “Non ho mai conosciuto Piermario, ma da quello che ho potuto sentire sino ad oggi dai ricordi di amici e conoscenti posso dire che era davvero una bellissima persona. Un settore dell’Armando Picchi col suo nome? Spero si possa fare, ma ora è presto per parlarne. In questo momento è giusto pensare solamente al ragazzo e alla sua famiglia, mi pare di capire che gli siano rimasti solo la zia, la sorella e la fidanzata. Vorrei che oggi sentissero i livornesi come parte della loro famiglia, che si sentissero sempre a casa loro qui a Livorno. Poi – ha concluso Protti – tutto il resto andrà affrontato con i tempi giusti”.

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