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La classifica

Redditi dei parlamentari Il più “povero” guadagna 110 mila euro all’anno

Che bel campà, non c’è che dire. La classifica dei redditi dei parlamentari bergamaschi consegna ancora una volta uno spaccato di un’Italia a due velocità tra rappresentanti e media dei rappresentati.

Che bel campà, non c’è che dire. La classifica dei redditi dei parlamentari bergamaschi consegna ancora una volta uno spaccato di un’Italia a due velocità tra rappresentanti e media dei rappresentati. Anche partendo dal fondo della classifica il divario tra uno stipendio medio e quello di un onorevole si fa sentire: Sergio Piffari, Italia dei Valori, il più povero tra i parlamentari orobici, porta a casa 111 mila euro. Il primo della classe è ancora una volta Giorgio Jannone, Popolo della Libertà e presidente della Cartiere Paolo Pigna con 435 mila e 552 euro. Al secondo posto il centrista Savino Pezzotta che sfiora i 200 mila euro (191 mila). Poco sotto il leghista Giacomo Stucchi (190 mila euro) e il collega Nunziante Consiglio (187 mila euro). Vengono poi due esponenti dell’Italia dei Valori: Antonio Di Pietro con 182 mila euro e il cognato Gabriele Cimadoro con 175 mila euro. L’ex ministro Roberto Calderoli si attesta sui 174 mila euro. Tocca poi all’onorevole del Pdl Gregorio Fontana, 167 mila euro, e al compagno di partito Massimo Corsaro, 157 mila euro. Valerio Carrara raggiunge quota 141 mila euro, l’onorevole del Pd Giovanni Sanga invece 132 mila. Qualcosa meno per Antonio Misiani, 128 mila euro nonostante sia tesoriere del partito, lavoro per cui non percepisce denaro oltre allo stipendio da parlamentare. Alessandra Gallone, senatrice del Pdl, 127 mila euro. L’roami ex parlamentare Ettore Pirovano, che a dicembre ha dato le dimissioni, ha dichiarato 124 mila euro così come Ivan Rota dell’Italia dei Valori. Carolina Lussana, direttamente dal cerchio magico leghista, dichiara 124 mila euro, mentre il senatore Mauro Ceruti 123 mila. Poco sopra Piffari, ultimo classificato, il sindaco di Pontida Pierguido Vanalli con 121 mila euro. In generale l’unico che può accusare un calo netto è Giorgio Jannone, passato dai 498 mila euro ai 462, ma quando si veleggia su quelle cifre trentamila euro non fanno la differenza. Gli altri colleghi tengono nonostante la crisi, anzi, molti guadagnano dai dieci ai ventimila euro. Tutt’altra vita rispetto all’italiano medio.aste_padding">

 

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