Ricordiamolo e diciamola tutta: dopo tre mesi passati a perlustrare in lungo e in largo l’Isola Bergamasca gli fu impedito "dalle autorità superiori", come diceva lui, di partecipare ai funerali di Yara Gambirasio indossando la divisa della protezione civile. Perchè proprio loro, gli uomini della protezione civile che avevano messo volontariamente anima e corpo per trovare Yara, erano finiti al centro delle polemiche dopo il ritrovamento del corpo il 26 febbraio del 2011 a Chignolo d’Isola. Giovanni Valsecchi, il capo della protezione civile di Brembate Sopra, restò addolorato da quell’ordine impartito dall’alto. E’ morto ieri, 26 febbraio 2012, aggiungendo un tassello a quello che sembra un mosaico di tragiche coincidenze e di date che ritornano: Yara scomparsa il 26 novembre, ritrovata il 26 febbraio, l’uomo che ha dato un volto alle ricerche morto il 26, ancora a febbraio. Sessantotto anni, alpino, padre di quattro figlie, Valsecchi era malato da mesi. Quando gli dissero che era scomparsa Yara, quella ragazzina atletica che a Brembate Sopra aiutava tutti, quando poteva, indossò la divisa della protezione civile, tenendola addosso, quasi ininterrottamente, per 90 giorni. Fino al 26 febbraio, quando gli dissero che Yara era stata trovata per caso, da un appassionato di aeromodelli che faceva alcune prove nel campo di Chignolo d’Isola. Poche settimane dopo, a fine marzo, Giovanni Valsecchi e don Corinno Scotti erano andati anche a Fatima. "Chiederò un aiuto per le indagini", aveva detto il capo della protezione civile.
(pubblichiamo le immagini della sua visita al campo di Chignolo, due giorni dopo il ritrovamento)
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