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L'emendamento

Il governo rimette l’Ici alla Chiesa Stangata da 700 milioni

Tanto discusso e atteso, alla fine l’emendamento al dl liberalizzazioni sull’Ici alla Chiesa è arrivato. Lo ha annunciato il governo venerdì in una nota di palazzo Chigi: si parla di una stangata da 700 milioni di euro.

Tanto discusso e atteso, alla fine l’emendamento al dl liberalizzazioni sull’Ici alla Chiesa è arrivato. Lo ha annunciato il governo venerdì in una nota di palazzo Chigi: “Il Presidente del Consiglio e Ministro dell’economia e delle finanze Mario Monti – si legge nella nota – ha informato il Consiglio dei Ministri di aver presentato al Senato un emendamento al Decreto Legge n° 1 del 2012, “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività” in merito all’esenzione dall’imposta Ici/Imu di cui beneficiano gli enti non commerciali”.

L’emendamento, presentato direttamente al Parlamento, in sede di conversione di decreto legge già emanato, si legge nella nota di Palazzo Chigi, “intende garantire la massima tempestività nell’attuazione degli auspici della Commissione Ue”. I criteri seguiti prevedono “l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale”; “l’abrogazione immediata delle norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente”; “l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale”; “l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’economia e delle finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile”. Resta ”l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale”.

Stando alle prime stime, la cifra che lo stato potrebbe incassare con questa nuova manovra si aggirerebbe intorno ai 700 milioni di euro. Tuttavia, in coerenza con il comportamento tenuto da questo governo in casi analoghi “non si ritiene opportuno procedere ad una quantificazione preventiva delle maggiori entrate. Queste ultime saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all’alleggerimento della pressione fiscale”.

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