Dieci anni tra burocrazia e ritardi fanno gettare la spugna sulla riconversione della centrale Italgen di Villa di Serio. Ora quell’operazione "sarebbe antieconomica" sostiente la società. Se il progetto sfuma da una parte, dall’altra ci sono le aziende agricole Savoldi, Celinate, Callioni, Stefano Panseri e altri proprietari terrieri a Scanzorosciate tirano un sospiro di sollievo.
Erano state proprio queste aziende agricole a presentare ricordi amministrativi per bloccare un gasdotto che avrebbe distrutto per sempre ettari di vigneto, segnato paesaggisticamente la zona e distrutto due vigneti storici dove ricercatori di agraria dell‘Università di Milano ricavano le barbatelle.
Il gasdotto che avrebbe alimentato la centrale di Villa di Serio si sarebbe esteso per una quarantina di chilometri, attraversando 21 Comuni bergamaschi partendo da Casaletto di Sopra, nel Cremonese, per arrivare ai piedi della Val Seriana e quindi a Villa di Serio. Contrari a quest’opera si era espressi il Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo, la Coldiretti, la Comunità Montana ed il WWF.
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