“Con il decreto legge dello scorso dicembre il Governo ha messo in atto una riforma costituzionale illegittima, per via surrettizia, che mira a eliminare le Province.” Ad affermarlo è il Presidente dell’Unione Province Lombarde, Leonardo Carioni, citando l’autorevole parere espresso oggi dal Presidente emerito della Corte Costituzionale, Prof. Valerio Onida, nel corso del Consiglio Direttivo UPL che si è svolto a Palazzo Isimbardi.
Il Prof Onida, infatti, invitato dai Presidenti lombardi a illustrare la propria opinione in merito all’articolo 23 della manovra approvata lo scorso dicembre, ha confermato l’incostituzionalità del provvedimento. “Come ha spiegato bene il Prof Onida – sottolinea Carioni – la Costituzione è molto chiara: le Province sono enti di governo locale e devono avere funzioni amministrative proprie e autonomia finanziaria. Incidere sulla loro natura e organizzazione è esclusivo compito della Legge Costituzionale. Pertanto è palesemente illegittimo un decreto legge che, come quello approvato dal Governo, degrada le Province a enti di secondo grado adibiti a funzioni di coordinamento delle attività proprie dei Comuni.”
Questo, secondo il Prof. Onida, è il principale motivo di incostituzionalità, ma ne esiste anche un altro ed è l’assenza delle ragioni di necessità e urgenza di questo provvedimento. “Come evidenzia la stessa relazione tecnica del decreto legge – sottolinea Carioni – il risparmio effettivo, con questa riforma delle Province, è ancora tutto da dimostrare. Basti pensare che, solo in Lombardia, il passaggio delle migliaia di dipendenti da Provincia a Regione si tradurrebbe in un aumento degli stipendi pari a oltre il 20% a causa del diverso inquadramento contrattuale. Chi pagherà questa differenza?”
L’incostituzionalità dell’articolo 23 della manovra sarà oggetto di un incontro venerdì prossimo tra i dodici presidenti lombardi e il governatore Formigoni: l’obiettivo è ottenere da Regione Lombardia l’impegno a fare ricorso presso la Corte Costituzionale. “La nostra Regione, che è la più importante e la più grande d’Italia – afferma Carioni –, deve prendere quanto prima una posizione chiara e dire apertamente se intende difendere le autonomie locali o se preferisce essere la prossima vittima di questo ottuso centralismo romano.”
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