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Monsignor carrara

“Inopportuni gli oratori nei centri commerciali”

"Aprire oratori nei centri commerciali" propone l'arcivescovo di Torino. Ma il delegato alla Cultura della Diocesi di Bergamo, monsignor Alberto Carrara risponde: "Meglio di no, la pastorale giovanile ha una sua specificità".

“Aprire oratori nei centri commerciali e nei luoghi di divertimento”. La proposta è stata lanciata dall’arcivescovo di Torino e vicepresidente della Cei per il Nord Italia, monsignor Cesare Nosiglia. “La Chiesa deve farsi più missionaria, deve investirsi della realtà concreta e deve andare incontro ai giovani là dove si trovano”.

L’idea di una presenza diretta della Chiesa nei centri commerciali è già stata esplorata. Poco più di un anno fa, nel settembre 2010, per esempio, è stata aperta una chiesa all’interno del Parco commerciale “Le Fontane” di Catanzaro: primo caso in Europa di un connubio così stretto tra religione e commercio.

E Bergamo? “L’idea di proporre un momento pastorale nei centri commerciali era già emersa durante il Sinodo e già allora era stata bocciata – afferma monsignor Alberto Carrara, delegato vescovile per la Cultura –. È vero che la Chiesa deve essere missionaria, ma la proposta di aprire degli oratori nei centri commerciali è alquanto discutibile anche perché, credo, non sarebbe un grande servizio alla pastorale giovanile”.

Per monsignor Carrara la “Pastorale giovanile ha una sua specificità ed è meglio che sia svolta in posti e luoghi diversi dai traffici del commercio. Credo che per Bergamo sia una proposta inopportuna”. Il delegato alla Cultura per la Diocesi di Bergamo vuole però sottolineare che “la mia perplessità non è una chiusura totale alla proposta dell’arcivescovo di Torino – sottolinea – in una diocesi dove gli oratori sono di meno o non ci sono affatto credo che la proposta possa trovare soluzione adatta con degli spazi adeguati. Ma l’oratorio deve essere l’alternativa al centro commerciale, se avessi un figlio gli direi: vai all’oratorio, non allo shopping center. Perché in oratorio nascono delle relazioni più umane, più autentiche, gratuite rispetto a quelle che nascono dove tutto ha un prezzo ed un costo, come appunto i centri commerciali”.

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