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La tangente

Locatelli: i 100 mila euro erano solo la prima parte

L'ammissione dell'imprenditore di Grumello di fronte al giudice. Ma contesta i reati ambientali di cui è accusato per i materiali conferiti ai cantieri della Brebemi. La moglie non risponde al gip.

Da un lato ha contestato con fermezza le accuse di aver smaltito illecitamente materiali di varia natura nel sedime autostradale della Brebemi, ma dall’altro ha ammesso di aver corrotto (o tentato di corrompere) il vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Nicoli Cristiani. Di più: l’imprenditore di Grumello del Monte Pierluca Locatelli ha spiegato al giudice delle indagini preliminari di Brescia, Bonamartini, che i 100 mila euro consegnati a Nicoli Cristiani tramite Giuseppe Rotondaro, erano solo la prima parte di una tangente che avrebbe dovuto ammontare a 200 mila euro. Il tentativo di corruzione non era quindi esaurito alla fine di settembre, quando Nicoli intascò i 100 mila euro che gli sono stati trovati in casa e quando Rotondaro ne prese altri 10 mila.

 

L’interrogatorio di Pierluca Locatelli di fronte al gip, presente l’avvocato Roberto Bruni e i due pm che hanno condotto l’inchiesta, è durato due ore e mezza, nel pomeriggio del 2 dicembre. L’avvocato Bruni non rilascia alcuna dichiarazione su quell’atto di corruzione in favore di Nicoli Cristiani. “Il mio assistito ha reso la sua versione dei fatti. Non abbiamo chiesto nessuna modifica della misura cautelare in carcere, ci riserviamo di farlo settimana prossima. Posso dire che l’interrogatorio si è svolto in un clima molto sereno, in presenza dei due pubblici ministeri, con una condotta serena e impeccabile del giudice, attentissimo a tutte le dichiarazioni rese dal signor Locatelli. Credo che oggi sia stato dato un importante contributo alla ricostruzione dei fatti”.

 

Prima di chiedere una revoca della misura cautelare la difesa di Locatelli potrebbe anche incontrare, ma si tratterebbe di un passaggio informale, i due pubblici ministeri. L’inchiesta, come è noto, è divisa in due capitoli: da un lato la corruzione in favore del consigliere regionale Franco Nicoli Cristiani, del Pdl, che sarebbe provata dalle intercettazioni ambientali nell’auto di Locatelli alla fine di settembre di quest’anno. Dall’altra anche lo smaltimento di rifiuti e materiali di scarto che passavano dall’impianto di Calcinate del gruppo Locatelli e finivano non trattati, secondo l’accusa, nel sedime della Brebemi. “Su questo secondo fronte Pierluca Locatelli ha contestato gli addebiti” commenta l’avvocato Bruni senza aggiungere altro. Prima di Pierluca Locatelli la moglie dell’imprenditore, Orietta Rocca, agli arresti domiciliari, si è avvalsa della facoltà di non rispondere di fronte al gip.

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