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Cinema

Il regista

Addio Ken Russel trasgressivo e visionario

L'autore di tanti film diventati cult - tra cui I Diavoli, Tommy, Lisztomania, Stati di allucinazione - lascia in eredità, oltre alle sue opere, un'idea di cinema estrema, inconfondibile.

Addio Ken Russell, tra i più trasgressivi, visionari, originali cineasti di sempre. IL regsista e sceneggiatore britannico, è morto lunedì in ospedale, a 84 anni. Lo ha annunciato il figlio Alex.

L’autore di tanti film diventati cult – tra cui I Diavoli, Tommy, Lisztomania, Stati di allucinazione – lascia in eredità, oltre alle sue opere, un’idea di cinema estrema, inconfondibile: un mix di contenuti forti, spesso fantastici, e di stile psichedelico e opulento. Con alcuni marchi di fabbrica subito riconoscibili, per i suoi ammiratori: dall’uso insistito dei colori primari all’ossessione per le scene con il fuoco e per i rituali mistici di vario tipo.

Dopo varie produzione in tv, o in documentari, la sua prima opera ad attrarre l’attenzione planetaria risale al 1969, ed è Donne in amore: un successo di critica immediato, da cui il regista comincia la sua ascesa nel mondo degli autori indipendenti. E un talento come il suo – ricco, per certi versi barocco, lisergico, attentissimo sul piano visivo a ogni più piccolo dettaglio – non poteva che esplodere negli anni Settanta: decennio di sperimentazione, di rottura delle regole del passato.

Per lui, un crescendo di successi, e la formazione di uno stile che è e resta inimitabile. Tra le tappe principali di questo percorso vanno citati I Diavoli (1971); Messia selvaggio (1972); La perdizione (1974); Litzomania e Tommy (1975, rock-opera degli Who); Valentino (1977). Arriviamo così agli anni Ottanta, che cinematograficamente rappresentano una sorta di normalizzazione, un ritorno a opere mediamente più commerciali e convenzionali. Ma Russell, pur risentendo in qualche modo del clima dell’epoca, continua nella sua poetica di eccessi visivi (e non solo), con China Blue (1984), Gothic (1986), L’ultima Salomé (1988). Gli anni Novanta, invece – a parte alcune opere per il grande schermo, come Whore-Puttana con – sono caratterizzati da un ritorno di fiamma per la tv, con progetti come Lady Chatterly e Oltre la mente. Nel nuovo Millennio, la sua attività si dirada, concentrandosi su qualche documentario o poco più. Ma si capisce che la vena creativa, così particolare, del regista, in parte si è esaurita. Il suo posto nella storia del cinema, però, è assicurato. A un autore affascinato da alcuni temi cari anche a Roman Polanski – in particolare il Male, anche nelle sue coniugazioni paranormali – ma che lo ha affrontato con un piglio più colorato e decisamente meno "classico".

Per un uomo di grandi passioni anche nella vita privata: quattro matrimoni, quattro divorzi, cinque figli.

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