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Il progetto

San Pellegrino, sulle terme la minoranza vuole risposte

Il gruppo di minoranza “Uniti per Cambiare”si interroga sullo stato del programma di sviluppo turistico e termale, chiedendo spiegazioni per i ritardi. "Sono passati quattro anni dalla chiusura delle vecchie terme".

Il gruppo consigliare di minoranza “Uniti per Cambiare” di San Pellegrino Terme – tramite la voce del suo capogruppo Raffaella Sonzogni – si interroga sullo stato di attuazione dell’Accordo di programma per lo sviluppo turistico e termale del paese orobico, sottoscritto a gennaio 2007. In particolare il gruppo di minoranza si rivolge al sindaco Vittorio Milesi ed al Gruppo Percassi – responsabile dell’attuazione del programma di sviluppo – per trovare delle risposte per quanto riguarda i ritardi e la conseguente ricaduta negativa sul piano economico e di immagine per San Pellegrino. “In particolare, rileviamo e stigmatizziamo l’inaccettabile mancata realizzazione delle nuove Terme pubbliche, dopo la chiusura, da oltre quattro anni, delle vecchie terme” spiega Sonzogni nella missiva inviata al sindaco per parlare della situazione “Occorre procedere, rapidamente, alla riapertura del settore termale e della cura idroponica, storicamente nostro patrimonio”. Inoltre, il gruppo di minoranza sottolinea “la necessità di un serio ripensamento sulla collocazione delle Nuove Terme e soprattutto sulla necessità di salvaguardia dell’edificio storico delle vecchie terme e dell’antica e prestigiosa sala bibite”. Sulla base di queste considerazioni, la minoranza invita ad una riflessione condivisa con la maggioranza ed il Gruppo Percassi, in modo da costruire un valido processo di trasformazione di San Pellegrino, che “necessita, innegabilmente, di una visione globale e non settoriale dei problemi, al fine di garantire una elevata qualità dell’offerta turistico – termale, che è l’unico elemento o ‘volàno’ di reale sviluppo, per il nostro turismo termale. Sottolineiamo che tale sviluppo dovrà coniugare anche la tutela del patrimonio pubblico e privato, connotato da vincoli monumentali e/o paesaggistici e ciò deve essere esattamente compreso anche dal privato attuatore dell’Adp, che andrà, in tal senso, indirizzato”, pur nella considerazione dell’attuale congiuntura economica e finanziaria che però non deve mettere in secondo piano l’importanza del bene di San Pellegrino.

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