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L'intervista

Yara, il pm: “Non c’è un Dna compatibile con l’assassino”

Nella serata di lunedì TeleLombardia manda in onda ad "Iceberg" un'intervista a Letizia Ruggeri. "Non si parli di svolta, non ci sono compatibilità tra Dna, solo somiglianze. Finora fatto un lavoro monumentale". I prelievi arrivano a quota 10 mila.

I prelievi di Dna proseguono perchè comunque una pista da seguire c’è, ma finora non è stato individuato nessun profilo genetico che sia riconducibile ad un rapporto di parentela con l’assassino di Yara, o meglio con l’uomo che ha lasciato due tracce: una sugli slip e l’altra sui leggings della ragazzina. Non c’è una compatibilità accertata.
In un’intervista che sarà trasmessa questa sera (21 novembre alle 21) da Icebertg (TeleLombardia), il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha tentato di far chiarezza sull’attuale stato delle indagini, con una precisazione che rimanda a quanto scritto da Bergamonews già il 29 ottobre, dopo la prima pesante indiscrezione di Quarto Grado. Ovvero: "Non abbiamo Dna compatibili con quello dell’assassino. Di Dna ne abbiamo analizzati tantissimi e ne sono stati trovati alcuni somiglianti, altri meno". Somiglianze, quindi, non parentele con quelle tracce isolate dagli slip e dai leggings di Yara. Quanto al fatto che si possa trattare di profili genetici di persone straniere o italiane il sostituto procuratore non si esprime.
"Previsioni non se ne possono fare – secondo Letizia Ruggeri – di svolta non si può parlare. E non ci sono evidenze che possono condurre ad un operaio del cantiere di Mapello o ad un furgone bianco: se n’è sempre parlato a sproposito". Una conferma del fatto che la svolta è lontana, arriva proprio dal Dna: i prelievi proseguono. "Ne abbiamo repertati quasi 10 mila, la maggior parte in provincia di Bergamo ma non solo. Ci vuole molta pazienza, finora abbiamo fatto un lavoro monumentale".

Esistono quindi delle somiglianze sulle quali lavorare: la stringa numerica che compone un codice genetico è qualcosa di complesso, che in alcuni casi sembra far emergere un rapporto di parentela, in altri casi può confondere e indurre in errore. C’è quindi un lavoro in corso da parte della polizia scientifica, ma parlare di svolta è assolutamente prematuro.
 

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