Giorgio Gori in una lunga intervista al settimanale Vanity fair conferma l’indiscrezione lanciata da Bergamonews: desidero impegnarmi in politica per la mia città.
Si intitola "Il grande freddo" l’intervista che il giornalista-produttore, marito di Cristina Parodi e padre di tre bambini, ha rilasciato a Sara Faillaci dopo aver lasciato Magnolia e dopo aver partecipato attivamente alla Lepopolda di Matteo Renzi.
Alla domanda: perché Renzi? Gori risponde così: "All’inizio pensavo al volontariato, poi alla politica locale: volevo, anzi voglio, fare qualcosa per Bergamo, la mia città…".
E in effetti risulta che già alcuni contatti concreti siano stati avviati e che Gori partecipi a incontri del centrosinistra cittadino per discutere del futuro di Bergamo, preparandosi probabilmente alla prossima tornata amministrativa, quella del 2014.
In altri passaggi dell’intervista Gori parla di Bergamo.
Lei da ragazzo ha fatto il giornalista.
"Ma lo vedevo come un prolungamento della politica, la mia vera passione. Al liceo classico Sarpi, a Bergamo, più che a studiare pensavo a stampare volantini e a organizzare assemblee. Facevo parte di Azione e Libertà, un movimento di sinistra moderata. Erano gli anni Settanta, rischiai più volte le botte".
L’esperienza giornalistica non durò.
"Avevo 24 anni quando Vittorio Feltri, a metà del mio praticantato a Bergamo Oggi, mi licenziò"
Motivo?
"All’epoca mi raccontò che certe cose che avevo scritto avevano dato fastidio e lui non poteva difendermi. In seguito ha detto che non ero un buon giornalista e facevo troppo di testa mia. Propendo per la seconda versione".
Ci rimase male?
"Fu uno shock. Anche perché così finiva la mia autonomia finanziaria. Mi salvò Lorenzo Pellicioli (oggi amministratore delegato di De Agostini, ndr).
Racconti…
"Siamo entrambi bergamaschi, ci conosciamo dai tempi del liceo, grazie a Lorenzo a fine anni Settanta ero entrato nel giornale locale. Fu sempre lui, nel 1984, a farmi un contratto di collaborazione a Rete4, dove era diventato direttore generale e che all’epoca non apparteneva a Berlusconi. Mi propose di fare da ombra a Carlo Freccero, il numero uno di quegli anni – con Berlusconi aveva fondato la tv commerciale, poi se n’era andato – e il classico uomo ‘genio e sregolatezza’: lavorava solo di notte".
Iniziò così al sua carriera in tv….
commenta