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Pia locatelli

Bene super Mario Ma le donne nel Governo?

L'ex europarlamentare bergamasca commenta l'incarico affidato a Mario Monti di costituire il governo, con un rammarico: poche donne nell'esecutivo secondo il totoministri.

Li conosce tutti. Personalmente. Ed è convinta che sarà una buona squadra di governo quella affidata a Mario Monti. Pia Locatelli, 62 anni, presidente del Partito Socialista Italiano, presidente dell’Internazionale Socialista Donne e già europarlamentare è la politica bergamasca che conosce molto bene chi è oggi alla guida dell’Italia.

Come giudica l’incarico affidato a Mario Monti per costituire il nuovo governo?

“Sono convinta che con grande rapidità si è messo in campo un governo capace di mettere in sicurezza il nostro Paese. Questa è la cosa più importante. Quindi il mio giudizio è ottimo”.

Non crede che un governo tecnico supplisca al ruolo che deve svolgere la politica?

“No. In questo momento era importante chiudere una pagina politica e mostrare ai mercati un Paese con una guida salda, sicura, competente. Una volta fuori dal pericolo potremo tornare a discutere. E poi questo è un governo tecnico, ma diventa politico a tutti gli effetti quando avrà la fiducia del Parlamento”.

Che persona è Mario Monti?

“L’ho conosciuto personalmente, è venuto ai nostri convegni della Fondazione Zaninoni a parlare di Europa. È una persona saggia, profondamente europeista. E per la sua squadra ha scelto persone molto preparate che vantano una profonda stima in Europa e nel mondo. C’è anche Giuliano Amato che è bravissimo”.

Una squadra che secondo il totoministri sarà quasi tutta al maschile però.

Sì, purtroppo. E sono molto dispiaciuta e sconcertata per questa cosa. In questo Paese non si pensa mai che la metà delle risorse è femminile. Abbiano donne competenti, brave, preparate. Anche se sconosciute, nominarne alcune potrebbe essere l’occasione giusta per dare spazio alla loro competenza. Eppure Amato è molto sensibile su questo tema delle donne. vedremo”.

Tra i protagonisti di queste ore ha svolto un ruolo delicato e difficile anche il Capo dello Stato.

“Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente quando era europarlamentare. Avevamo gli uffici vicini e sono stata persino invitata ad una sua festa di compleanno. È un uomo che ha un senso altissimo delle istituzioni e del ruolo dell’Italia che viene prima di tutto. Ha saputo muoversi, nell’ambito delle sue competenze, con il giusto rispetto ed il necessario equilibrio. Una lezione di stile e di garbo, dobbiamo ringraziarlo ed essere orgogliosi di avere un presidente come lui”.

Ha approvato anche la scelta di nominare Monti senatore a vita prima di chiamarlo a formare un nuovo governo? 
“Si nominano senatori a vita le persone che hanno dato lustro al nostro Paese. In Commissione Europea Monti veniva chiamato super Mario, era stato nominato commissario europeo prima da Berlusconi e poi riconfermato da D’Alema. Quindi una scelta bipartisan che riconosceva le capacità di Monti. E poi è stato un ottimo docente ed altrettanto bravo rettore. Il riconoscimento politico è giusto e Napolitano ha fatto bene ad aprirgli la strada istituzionale”.

Da presidente a presidente, sabato sera Berlusconi si è dimesso tra una folla che lo insultava e lo fischiava. Da socialista quella scena le ha ricordato l’uscita politica di Craxi dall’Hotel Raphael?

“Sì, mi ha ricordato quel triste episodio. Sono contenta che Berlusconi se ne sia andato, ma non avrei mai partecipato a queste manifestazioni. Le istituzioni sono cose serie, e se anche il nostro ex Presidente del Consiglio spesso ha svilito il suo ruolo con i suoi atteggiamenti, le persone non dovevano inferire così. A un errore, quello di Berlusconi, non se ne doveva aggiungere un altro, quello della gente”. 

 

(Articolo di Davide Agazzi)

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