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La mostra

Bergamo-Brescia: artisti a confronto

A Palazzolo sull???Oglio una trentina di artisti della Scuola di Bergamo propone un???opera degli anni di formazione e un???opera della maturit??, per raccontare in sintesi la propria storia artistica.

E’ una rassegna di confronti generazionali la mostra allestita a Palazzolo sull’Oglio dalla “Scuola di Bergamo”, già Associazione ex Allievi dell’Accademia Carrara in collaborazione con il sodalizio palazzolese “Il Maestrale”. Alla presenza di un centinaio di persone e delle autorità locali, Trento Longaretti, presidente della “Scuola di Bergamo” ha illustrato le linee guida della rassegna “che ha motivi di interesse per essere vista, discussa, apprezzata” perché raccoglie artisti di comune formazione ma di differenti espressività e linguaggi. Un’occasione stimolante di incontro, ha precisato il maestro Longaretti “se si considera che tra il più anziano degli espositori (il sottoscritto) e il più giovane intercorrono ben 54 anni”.
La maggior parte degli autori, una trentina tra bergamaschi e bresciani, propone un’opera degli anni di formazione e un’opera della maturità, per raccontare in sintesi la propria storia artistica. Ne deriva uno spaccato eloquente del milieu culturale e artistico del territorio di Bergamo e Brescia, unito da continui scambi di esperienze e visioni del mondo e dell’arte, nel comune imprinting di riferimento delle scuole d’arte d’ambito lombardo, in particolare l’Accademia Carrara.
In queste opere, scrive Elisa Motta in catalogo, “possiamo ricostruire lo snodarsi e l’intersecarsi di percorsi e tendenze che, a partire dagli anni Cinquanta, hanno talora fatto sussultare la tradizione, ma hanno anche saputo ricostruire la sostanziale coerenza dell’esprimere l’arte”.
E gli esiti sono i più diversi: le ricerche cromatiche di Angelo Capelli e Luigi Dragoni, le astrazioni poetiche di Calisto Gritti e Maurizio Scotti, le sperimentazioni calligrafiche di Alfa Pietta, gli stilemi neofigurativi di Silvia Manfredini, Giuseppe Belotti, Mino Marra, le contaminazioni linguistiche di Sergio Nicoli, le tensioni espressionistiche, intimistiche, surreali diCisca Rina Severi, Luisa De Giuli, Sonia Cisciato, il soggettivo lirismo di Lucia Innocenti ed Elisa Tomasi, la sintesi concettuale di Giuseppe Belotti. Ma nelle opere in mostra si coglie, al di là delle persistenze e delle derivazioni rispetto ai maestri, il fondamento del “dato reale” e la memoria della “forma”, cifra distintiva e radice comune di una Scuola erede nel Novecento degli insegnamenti di Aldo Carpi, Achille Funi e Trento Longaretti.

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