505 mila euro di risarcimento per la famiglia della donna uccisa all’interno del Tribunale di Varese nel 2002. La decima sezione del Tribunale civile di Milano ha condannato il Ministero della Giustizia a pagare 505 mila euro per mancati controlli al Tribunale di Varese, dove nel settembre 2002, durante lo svolgimento di una causa di separazione, Rosario D’Aiello uccise a colpi di pistola la moglie Rosalia Granata davanti al giudice Gabriele Fiorentino. La sorella della vittima, Cosima, aveva citato in giudizio il Ministero lamentando la mancata tutela della sicurezza visto che lo sparatore era riuscito ad entrare in tribunale con una pistola in tasca. D’Aiello, ex carabiniere, è stato condannato a vent’anni di reclusione per l’omicidio della moglie. L’uomo era riuscito ad entrare in tribunale con una pistola nella giacca. Una volta davanti al giudice aveva estratto l’arma ed esploso quattro colpi colpendo la moglie alla testa. Per lei non c’era stato nulla da fare. L’omicida non aveva mai accettato la separazione dalla moglie. Tra i due era sorto un contrasto per gli assegni di mantenimento, che l’uomo non versava regolarmente. Secondo i parenti di lui si trattava di uno stratagemma per convincerla a tornare a casa. La vicenda aveva scatenato anche numerose polemiche sulla sicurezza di Palazzo di Giustizia. Quella mattina infatti l’uomo era riuscito ad arrivare in aula con un’arma. Nessun dispositivo di sicurezza aveva funzionato. Sempre in quei giorni era emerso che il metal detector non funzionava correttamente.
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