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Il caso

Capannone per pregare sequestrato A Bergamo scatta la protesta dei non cattolici

Dopo il provvedimento della procura eseguito dalla polizia locale il 28 settembre, 11 associazioni religiose, cristiane e islamiche, si organizzano: primo incontro, tutti riuniti, il 13 ottobre. Ci si appella alla Costituzione.

Il risultato più evidente del sequestro del capannone di via Carnovali 94 è, per ora, un inedito coordinamento tra gruppi religiosi che in precedenza non c’entravano nulla l’uno con l’altro: cristiani di varia confessione, non cattolici, affiancati da musulmani. Sono questi i primi passi della protesta che si sta muovendo a Bergamo, dopo il sequestro del 28 settembre del capannone delle ex officine Cortinovis in via Carnovali 94, su mandato della procura della Repubblica per "abuso edilizio".
Da 14 giorni 11 associazioni religiose pregano per strada: pentecostali, battisti, evangelici, musulmani. Il loro caso è analogo, anche se non identico, a quello di Brescia. Il Comune ha chiuso un capannone a destinazione industriale, utilizzato per il culto, il Tar ha dato ragione al Comune e il Consiglio di Stato ha ribaltato tutto: il capannone va riaperto perchè il "diritto al culto deve prevalere, da Costituzione, sulle norme urbanistiche".
Informati di quella sentenza anche a Bergamo i non cattolici si organizzano. Il primo passo è l’incontro che si terrà giovedì 13 ottobre alle\ 18 alla Fondazione Serughetti La Porta di viale Papa Giovanni XXIII. Tema: "A Bergamo c’è o non c’è libertà di culto?". "Vorremmo aprire un dialogo con il Comune di Bergamo" dichiarano gli organizzatori, ovvero i rappresentanti delle 11 associazioni. Ma sono anche iniziati i contatti con uno studio legale, per capire in che modo ci si potrebbe opporre al sequestro preventivo del capannone, disposto dalla procura. In questo caso la via amministrativa, ovvero Tar e Consiglio di Stato, sarebbe inutile.
Formalmente si resta nell’ambito penale e nella contestazione di un abuso edilizio: secondo la procura, infatti, il proprietario delle ex Officine Cortinovis doveva sapere che lo stabile di via Carnovali 94 non poteva essere destinato ad attività di culto. Cosa che invece i responsabili delle associazioni religiose dichiarano di ignorare: "Non sapevamo di quel vincolo urbanistico, abbiamo sempre pagato regolarmente gli affitti al signor Cortinovis".

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