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Letto per voi

L’attivismo rock di Formigoni

Elisabetta Grandi su Lettera43 prova a capire il perch?? di tanta frenesia da parte del governatore della Lombardia Roberto Formigoni.

Elisabetta Grandi su Lettera43 prova a capire il perché di tanta frenesia da parte del governatore della Lombardia Roberto Formigoni.

L’attivismo del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha assunto, nelle ultime settimane, un andamento frenetico. Sempre in prima fila, sempre in prima pagina, rilascia interviste ai giornali, non manca un’apparizione ai talk show televisivi, dirama dichiarazioni tanto perentorie quanto scivolose, tenendosi in equilibrio acrobatico tra prese di distanza dal disastro del governo B. e annunci di riscosse del Pdl, nel segno del «torneremo più forti che prìa».
Il sottinteso, sempre più malcelato, di questa ipotetica riscossa, è che il Cavaliere lasci il campo libero e si instauri nel partito un assetto di democrazia interna che non è mai esistito. Ma negando, al tempo stesso, come ha detto a La Stampa il 1° ottobre, di avere nostalgia per la Dc: «Dobbiamo invece rigenerare il Pdl che è un partito laico d’ispirazione cristiana».
FORMIGONI PENSA ALLA LEADERSHIP. Il governatore, insomma, scalda i muscoli, vistosamente eccitato dagli scenari di cambiamento che potrebbero vederlo protagonista di una futura leadership. La sua figura potrebbe ricevere l’apprezzamento di diversi soggetti: la Chiesa, anzitutto, sotto la cui ala Formigoni è cresciuto; la Lega, per motivi di campanilismo (lui è brianzolo doc, essendo nato a Lecco nel 1947); la Compagnia delle Opere, su tutti, quale partner imprescindibile della sua attività di governo regionale.
Più ostico, forse, l’appoggio di Confindustria, a giudicare dalla pregevole inchiesta pubblicata dal Sole 24 Ore il 3 ottobre scorso, a firma di Mariano Maugeri e Giuseppe Oddo, che fa il pelo e contropelo all’Imperatore lombardo, in carica per il quarto mandato, che porterà a un ventennio secco la durata della sua leadership.
Il ritratto che emerge dalle molte testimonianze citate nell’articolo del Sole, è quello di un personaggio fortemente accentratore, che si è circondato negli anni da una rete di fedelissimi, collocando i suoi sodali di Cl in tutti i posti chiave dell’amministrazione regionale e mantenendo per sé il controllo della macchina.
L’EGO DEL GOVERNATORE. Ma lui, ogni volta che prende la parola, non perde occasione di sbandierare la superiorità della sua gestione rispetto a quella di tutti gli altri governatori italiani: ogni ambito della Regione Lombardia – in primo luogo la Sanità – è per Formigoni un esempio di eccellenza, anche se omette ogni riferimento al crac del San Raffaele, i cui abissi finanziari restano ancora da esplorare a fondo.
Il sessantaquattrenne Formigoni, tonico, giovanile e molto “rock”, è un abile comunicatore, tanto da riuscire a bucare gigionescamente i media, nei mesi scorsi, semplicemente indossando una serie di camicie dai colori sgargianti, che gli hanno attirato quell’attenzione di cui oggi fa tesoro, dichiarando necessaria la riforma elettorale e chiedendo a gran voce le primarie per rigenerare il Pdl.
Tra un leader uscente settantacinquenne e un aspirante leader sessantaquattrenne, “rigenerazione” è la parola giusta.

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