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La conferenza

Timoty Hunt a Bergamoscienza: “Ecco come ho vinto il Nobel” fotogallery

Al Teatro Sociale Timothy Hunt, introdotto da Giuseppe Remuzzi di BergamoScienza, ha spiegato come ha vinto il premio Nobel nel 2001, tra lezioni di biochimica e di vita.

Come si può ottenere un Premio Nobel? A spiegarlo è stato Timothy Hunt – vincitore del prestigioso riconoscimento nel campo della Medicina nel 2001 per la scoperta del ruolo della ciclina nella divisione cellulare – sul palco del Teatro Sociale sabato 8 ottobre in occasione di BergamoScienza. Una lezione molto importante, ben oltre le spiegazioni dell’aspetto biochimico e delle tappe della sua ricerca: una lezione, soprattutto, di mentalità e di vita. I preziosi consigli di Hunt esulano dall’ambito prettamente scientifico, anche se sono ciò che lo hanno reso uno scienziato degno del Nobel. Viaggiare per espandere gli orizzonti. Collaborare con altre persone. Provare un’impulsiva intuizione. Tenere di maggior conto le azioni che le parole, una semplicità profonda piuttosto che una vuota complessità. Fare sempre domande, perché non esistono domande stupide. Cercare sempre qualcosa su cui applicarsi, una strada da seguire, preferendo ciò verso cui si è portati perché è controproducente sforzarsi contro una direzione che oppone resistenza. Non avere pregiudizi, perché oscurano la verità che deve incarnare bellezza e semplicità. Mettere sempre in discussione tutto, senza credere mai ciecamente a qualcosa e cercare di conseguenza le proprie risposte. Infine, lavorare sempre con persone più intelligenti di sé, perché così è possibile migliorare. Un concetto che è stato ripreso anche da Giuseppe Remuzzi del Comitato Scientifico di BergamoScienza, che ha introdotto ed assistito alla conferenza di Hunt: citando le parole di un innominato Rettore italiano, ricorda che lo stato dell’Università del Bel Paese è quello attuale perché i responsabili didattici hanno continuato a scegliere persone peggiori di loro per evitare la concorrenza, in un circolo vizioso spezzabile solo ad un punto talmente basso che verrà assunta una persona capace per sbaglio. Remuzzi estende così le parole di Hunt ai giovani, invitandoli a confrontarsi sempre con chi è migliore di loro in certi campi per maturare e cercare sempre la propria risposta, diffidando di chi spiega in modo né chiaro, né semplice perché non può portare alla vera conoscenza. 

 

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