Il tormentone del momento, per tutte le famiglie italiane (e bergamasche), è il censimento. Si avvicina l’ora X (la mezzanotte tra sabato 8 e domenica 9 ottobre) in cui bisognerà verificare le proprie condizioni abitative, lavorative, famigliari e trascrivere il tutto (o digitare, se si utilizzerà la versione on line) sul questionario dell’Istat.
Tra parte del popolo italiano (e bergamasco) che si lamenta di dover perdere tempo per la compilazione, altra che invoca il diritto alla privacy e non ha intenzione di scrivere i fatti propri (occhio che è obbligatorio per legge e ci sono delle sanzioni nel caso non si consegni il plico e per legge la privacy è garantita), c’è parte del popolo chiamata a lavorare per il censimento: sono i rilevatori, persone incaricate di gestire la pratica fin dal momento della consegna, passando per i solleciti (per le famiglie sopraelencate) e terminando con il travasamento dei dati arrivati dal cartaceo nel sistema informatico. Rilevatori che il comune di Bergamo fa fatica ad assoldare perché parecchi, nonostante la candidatura spontanea, rifiutano l’incarico una volta ottenuto. Sono arrivate 184 candidature (disoccupati, giovani, casalinghe con il requisito principale di possedere diploma di scuola superiore) per 65 posti disponibili (in totale sono 90, ma 25 sono dipendenti comunali) e al momento sono una trentina quelli che hanno declinato, ed il numero aumenta giorno dopo giorno.
Motivo? “Molti si sono candidati non solo a Bergamo, ma anche in altri comuni in provincia – spiega la D.ssa Mimì Giaccone, responsabile dell’ufficio comunale del censimento – e presumo che le defezioni ci siano perché abbiano trovato l’incarico in luoghi più comodi. Noi continuiamo a scorrere la lista e chiamare quelli che nella graduatoria sono arrivati dopo i primi 65”. Segnalazioni da parte chi è in graduatoria ci parlano, inoltre, di defezioni a causa dell’incertezza del compenso economico e dell’orario di lavoro. “Non esiste un orario di lavoro predefinito – continua la responsabile -, l’importante è che completino il lavoro entro la data stabilita che sarà per la fine dell’anno. Questo perché i cittadini hanno tempo al 22 novembre per restituire i questionari; il nostro Comune fino a febbraio per consegnare i dati all’Istat dopo però aver fatto controlli e verificato che non ci siano errori, procedimento che verrà effettuato dall’inizio del prossimo anno”. E per quanto riguarda la “paga”? “Non possiamo dire con certezza di quanto sarà il compenso perché nemmeno noi sappiamo quale sarà il rimborso che ci verrà consegnato dall’Istat. In questa edizione, ci sono dei conti complicati per calcolarlo in base a quanti sceglieranno la versione on line oppure cartacea e ad altri parametri che è impossibile conoscere prima”.
Il guaio è che molti sono quelli che hanno partecipato ai corsi propedeutici di preparazione al lavoro (che include l’utilizzo del software SGR per travasare i dati del cartaceo, quelli on line lo fanno in automatico), decidendo solo dopo di rinunciare. "Stiamo continuando a svolgerli. Per fortuna un limite temporale al 22 novembre per formarli, sperando di completare la squadra entro quella data".
Infine, una raccomandazione: “Alcune famiglie ci hanno segnalato visite di presunti rilevatori che si offrono per dare un aiuto nella compilazione del questionario. Fino al 22 novembre è impossibile che qualcuno arrivi nelle abitazioni, ed in ogni caso i nostri incaricati devono essere muniti di apposito cartellino di riconoscimento. Per ulteriori scrupoli invitiamo a chiamare il nostro call center (035399901) e verificare una volta per tutte se quello che avete davanti è un nostro operatore oppure no”.
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