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Il video

La Bergamasca e i nuovi poveri Aspettano la fine del mercato per raccogliere il cibo scartato

A Calcio, come in altri paesi, sono sempre di pi?? le signore che quando gli ambulanti lasciano il piazzale passano a cercare qualcosa da mangiare tra la spazzatura rimasta.

Arrivano al mercato alle 12,30, quando i banchi ormai sono stati smontati e gli ambulanti se ne stanno andando. Ma non sono lì per fare la spesa. Cercano qualcosa tra i rifiuti, lasciati lì durante lo sgombero del piazzale. E’ un effetto reale e tragico della crisi economica? Forse. Di sicuro non si era mai visto, nei paesi di provincia della Bergamasca, qualcuno che puntualmente va a cercare i resti delle bancarelle, gli scarti.
Invece negli ultimi giorni abbiamo notato questo fenomeno a Calcio, poi a Romano di Lombardia, dove abbiamo anche parlato con un paio di ambulanti. "Succede sempre più spesso in tanti mercati in giro per la provincia, a Trescore Balneario e non solo". Nel video le immagini di una donna anziana, a Calcio. Abbiamo filmato, da lontano, la donna di Calcio al mercato: immagini non facili e drammatiche.
Sono soprattutto donne, anziane bergamasche, a frugare tra gli scarti dei banchi ambulanti. Alle 12,30 altre donne, quelle che spesso indossano abiti sgargianti e portano borsette firmate, sono già a casa a pranzare con la famiglia o magari in palestra a fare la corsetta. E, soprattutto, è l’orario in cui gli ambulanti stanno riponendo la loro merce nei furgoni per poi ripartire.
Gli scarti della giornata, però, rimangono lì, in attesa che gli operatori ecologici del Comune di lì a breve passino a ritirarli. Questione di pochi minuti, massimo una mezzora. E’ esattamente in quel momento che “le signore delle 12 e mezza” entrano in azione. Pensionate, ma anche donne più giovani, che non indossano capi luccicanti e costosi. Spesso arrivano a bordo di una vecchia bici arrugginita. Dopo un primo giro di ispezione tra i rifiuti dei vari banchi, passano all’azione. Fugace, ma al tempo stesso meticolosa. In particolare tra i resti degli ortolani o dei pescivendoli, dove è possibile trovare qualche frutto ammaccato e difficilmente vendibile, o qualche frittura avanzata al mattino. Oppure anche solo alcuni sacchetti di plastica o un paio di scatoloni, magari poi da rivendere a qualche vicino di casa. E non importa che ad osservare ci siano gli stessi venditori ambulanti che stanno per ripartire con i loro camioncini, e nemmeno che sulla strada poco distante passino un sacco di autovetture di concittadini. La fame e la disperazione fanno scordare anche la vergogna. 

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