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La polemica

Ici sui beni della Chiesa? La diocesi di Bergamo: paghiamo gi??, tranne asili e ricoveri

La Diocesi di Bergamo dopo la proposta del segretario Pd Bersani di far pagare l'Ici sulle attivit?? commerciali della Chiesa: "come noi anche fondazioni o enti che gestiscono scuole materne e case di riposo".

“La Chiesa di Bergamo e le sue parrocchie l’Imposta comunale sugli immobili la pagano da sempre”. La dichiarazione della Curia bergamasca è puntuale nel dibattito sulla manovra finanziaria che si sta animando in questi giorni e dopo l’affermazione di Pierluigi Bersani, segretario del Pd: “Sul patrimonio ecclesiastico noi siamo favorevoli all’esenzione per gli immobili e le attività che fanno capo alla missione della Chiesa, ma alla tassazione di quelle che in realtà si rivelino come semplici attività commerciali”.
“Ecco, appunto commerciali – puntualizza la Diocesi di Bergamo –. Gli unici immobili per cui la Chiesa di Bergamo non paga l’Ici, oltre ai luoghi di culto, sono le scuole materne e le case di riposo che risultano come immobili commerciali ma che hanno finalità sociali e per questo motivo sono esenti. Per gli altri immobili come appartamenti, uffici, o strutture qualificate come industriali o commerciali, la Chiesa di Bergamo paga l’Ici e tutte le tasse che prevede lo Stato italiano. Nessuna esenzione o sconto”.
E sulla possibilità di vedersi recapitare un bollettino per pagare l’Ici di asili e case di riposo, la Diocesi si mostra disponibile ad accettarlo. “Anche se si deve rammentare che una misura simile non colpirebbe solamente la Chiesa, ma tutte quelle fondazioni od enti senza fini di lucro che gestiscono scuole materne e case di riposo. Senza dimenticare che queste strutture costano in manutenzione perché devono sempre rispondere alle continue normative in materia sanitaria”.
Difficile redigere una stima precisa delle scuole materne parrocchiali e della case di riposo che fanno capo alla Chiesa di Bergamo. Durante il Sinodo del 2007 si cercò di quantificare il patrimonio della Diocesi: circa 1.600 chiese, 250 oratori, oltre 120 scuole materne, asili nido, scuole elementari, medie e superiori. A questi si aggiungono impianti sportivi, sale cinematografiche, sale della comunità e case di riposo. “Un patrimonio incalcolabile che ha costi di gestione altissimi e con finalità sociali” specificano dalla Curia di Bergamo. Che poi la Chiesa bergamasca sia ricca non c’è nessun dubbio. Sempre secondo l’analisi presentata al Sinodo di quattro anni fa si elencavano 280mila oggetti sacri per una stima approssimativa di 1 miliardo e 400mila euro. Agli immobili e agli oggetti c’è infine da aggiungere il patrimonio investito in azioni e obbligazioni: circa 800mila azioni del Credito Bergamasco alle quali si aggiungevano partecipazioni in altri istituti di credito come Ubi Banca, Banco Popolare, Banca Intesa, Banca Lombarda e Banca di Bergamo. C’è poi il capitolo 8 per mille, e qui c’è un particolare non indifferente: i bergamaschi versano allo Stato Italiano circa 20 milioni di euro per l’8 per mille ma in Bergamasca ne tornano solamente 5.  
 

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