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Corte costituzionale

Stranieri irregolari, ok alle nozze Prevedini: “Sentenza ingiusta”

La Corte Costituzionale permette agli immigrati irregolari di unirsi in matrimonio con i cittadini italiani. Il sindaco leghista di Caravaggio: da noi serve ancora il permesso di soggiorno per il matrimonio.

La condizione di immigrato o immigrata irregolare non può essere di per sé un ostacolo alla celebrazione delle nozze con un cittadino o una cittadina italiana: lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità dell’articolo 116, primo comma, del codice civile, bocciando così una norma del pacchetto sicurezza che impone il possesso di un regolare permesso di soggiorno all’immigrato che vuole sposare un italiano. Con la sentenza 245/2011, redatta dal presidente Alfonso Quaranta, la Consulta ha dichiarato "l’illegittimità costituzionale dell’articolo 116, primo comma, del codice civile, come modificato dall’articolo 1, comma 15, della legge 15 luglio 2009, numero 94 (disposizioni in materia di sicurezza pubblica) – modifica volta a limitare i matrimoni di comodo – limitatamente alle parole “nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano”.
Ecco il testo completo dell’articolo: "Lo straniero che vuole contrarre matrimonio nella Repubblica deve presentare all’ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell’autorità competente del proprio paese, dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano".
Per i giudici delle leggi "la limitazione al diritto dello straniero a contrarre matrimonio nel nostro Paese si traduce anche in una compressione del corrispondente diritto del cittadino o della cittadina italiana che tale diritto intende esercitare. Ciò comporta che il bilanciamento tra i vari interessi di rilievo costituzionale coinvolti deve necessariamente tenere anche conto della posizione giuridica di chi intende, del tutto legittimamente, contrarre matrimonio con lo straniero".
La Consulta ha anche richiamato una sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, secondo la quale "il margine di apprezzamento riservato agli stati non può estendersi fino al punto di introdurre una limitazione generale, automatica e indiscriminata, ad un diritto fondamentale" garantito dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
Per Giuseppe Prevedini, sindaco di Caravaggio, che nel 2007 aveva emesso un provvedimento in base al quale lo straniero che vuole sposarsi deve presentare anche il permesso di soggiorno, questa "sentenza è sbagliata al 100%. Una scelta ingiusta che permette ai clandestini scorciatoie per avere la cittadinanza italiana. Siamo diventati troppo liberali e permissivi, abbiamo troppa cura degli immigrati e trascuriamo i nostri cittadini. Noi continueremo a chiedere l’esibizione del permesso di soggiorno al momento del matrimonio, anche solamente per rispetto nei confronti dei nostri cittadini”. Il primo cittadino di Caravaggio non si arrende e rilancia. "Fu proprio grazie alla nostra circolare che il Ministro Maroni dispose la Legge 94 nel luglio 2009 – ricorda Prevedini -. Andrò a leggere le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, ma sono convinto che non abbiano compreso il vero problema. Rimango della mia opinione". 
Di tutt’altro parere Adriano Allieri, responsabile dell’Ufficio stranieri della Cisl di Bergamo: "Siamo molto soddisfatti di questa sentenza che sopprime un’odiosa discriminazione tra cittadini italiani e stranieri. In questi ultimi due anni abbiamo assistito a matrimoni di cittadini italiani celebrati nei consolati o nei paesi d’origine degli immigrati per superare questa discriminazione. La Corte Costituzionale – aggiunge Allieri – recepisce l’indicazione di una sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, sollevata da un caso nel Regno Unito, insomma: l’Italia si allinea alla giurisprudenza europea".

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