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L'indiscrezione

Al via la maxi-fusione del Banco Popolare

Nel weekend prevista la creazione della "banca unica" con la fusione di Popolare di Verona, Popolare di Novara, Popolare di Lodi e Cassa di risparmio di Lucca Pisa Livorno

Potrebbe essere un fine settimana molto attivo per il Banco Popolare, il gruppo bancario di cui fa parte anche il Credito Bergamasco. Secondo indiscrezioni finanziare il consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione sarebbero pronti a riunirsi in via straordinaria per deliberare un piano di fusione delle principali banche controllate: Popolare di Verona, Popolare di Novara, Popolare di Lodi e Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno. E creare così una “banca unica”.
Dall´operazione potrebbero rimanere esclusi il Credito Bergamasco e Banca Aletti.
Si tratta di una riorganizzazione in parte già annunciata quindici giorni fa dal consigliere delegato e vicepresidente del gruppo Pierfrancesco Saviotti. «In consiglio di sorveglianza c’è sicuramente dibattito e per la prima volta vedo propensione per arrivare a ulteriori snellimenti della struttura» aveva affermato Saviotti, aggiungendo che la decisione definitiva sarebbe stata presa «entro la fine dell’anno».
L’operazione “banca unica” è una semplificazione della struttura attuale, una misura suggerita da Banca d’Italia anche ad altre popolari, e supera quel modello federale originato dalle aggregazioni che hanno creato il quarto gruppo bancario italiano.
Che vantaggi avrà il gruppo Banco Popolare da questa operazione? La semplificazione degli assetti competerà innanzitutto una notevole riduzione dei costi, con l’eliminazione di quattro consigli di amministrazione e di quattro strutture di direzione generale. In numeri: 70 cariche, di cui 52 nei board e 18 nei collegi sindacali, che andranno ridotte. A questi si aggiungono i benefici, stimati in circa 60-70 milioni di euro all’anno, derivanti dall’eliminazione dell’Iva infragruppo.
C’è da aggiungere poi la riorganizzazione degli sportelli, nel piano industriale 2013-2015 era prevista l’eliminazione di 180 sovrapposizioni di fili e la chiusura di 140 sportelli. E qui si apre il capitolo esuberi. Sempre secondo il piano industriale il gruppo ne aveva annunciato 1.120.

 

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