In campagna elettorale buona parte dell’arco politico parla spesso di abolizione delle Province. Poi alla prova dei fatti, o meglio dei voti in Parlamento, l’abolizione, o soppressione che dir si voglia, non passa mai. E’ il caso di ieri, 5 luglio: 225 voti contrari e 83 favorevoli alla proposta di soppressione presentata dall’Italia dei Valori. Contro Pdl e Lega, a favore Italia dei Valori, Futuro e Libertà e Udc. Astenuto, e si è trattato di un’astensione pressocchè decisiva, il Partito Democratico. Presidenti, consiglieri e staff provinciali restano quindi tranquillamente al loro posto, con i relativi costi che, secondo il Corriere della Sera, in otto anni sono cresciuti del 65%.
All’interno del Pd, prima del voto, non è mancata la spaccatura, tra i favorevoli alla soppressione (lettiani e veltroniani) e chi invece manteneva i suoi dubbi. Fatto sta che la proposta non è passata e Antonio Di Pietro ha avuto gioco facile a scatenarsi contro gli alleati di centrosinistra: "E’ un tradimento generalizzato degli impegni elettorali da sinistra a destra" ha dichiarato l’ex magistrato leader dell’Italia dei Valori. "Tutti fanno a gara a far sognare gli elettori su questo tema in campagna elettorale, poi non mantengono gli impegni".
Chi si scatena è anche un giornalista simbolo dell’antispreco, Gian Antonio Stella sul Corriere. "Può tornare a sperare anche Breno (5014 abitanti)". Già, Breno, in Valle Camonica, che vorrebbe essere capoluogo della provincia Camuno – Sebina, comprendente forse anche gli otto Comuni bergamaschi dell’Alto Sebino.
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