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Bonaventura

“E’ un crescendo di emozioni che ripaga i sacrifici”

Il talento dell'Atalanta fa un bilancio della sua stagione: "Felicissimo, ?? una promozione che sento mia. Da piccolo mi consideravano troppo basso per giocare".

Il mister settempedano Mauro Borioni si gode il suo “gioiellino Jak Bonaventura” fresco di promozione in serie A. Talento calcistico di indubbio valore, è esploso quest’anno in maniera definitiva contribuendo con le sue 9 reti a riportare l’Atalanta in serie A.
Giacomo finalmente alla ribalta dopo tanta gavetta, qual è il tuo stato d’animo ora ad un passo dalla serie A visto anche le non felici vicissitudini nel mondo del calcio?
Personalmente sono felicissimo per come sono andate le cose, è stato un crescendo di emozioni a partire dalla prima da titolare, alla continua fiducia trasmessami dalla società fino al raggiungimento di 9 reti e naturalmente una promozione che sento al 100% anche mia, il tutto ripaga degli enormi sacrifici ed ostacoli che ho dovuto affrontare”.
Per il resto?
“Non posso rilasciare dichiarazioni, so solo che per me il calcio è ancora puro divertimento, e come da bambino, lo vivo con gioia e fantasia non voglio neanche pensare che ci sia dell’altro, d’altronde sono sempre sceso in campo con la massima serenità pensando solo al mio bene e a quello della squadra”.
Si parla dell’interessamento da parte di alcuni club di serie A, il Parma in primis…
Indubbiamente l’interesse di società blasonate come il Parma non può far altro che piacere, ma con piena sincerità vivo questo momento di felicità pensando solo all’Atalanta a cui ho dato tanto e che tanto mi ha dato”.
Il forte legame che hai con mister Borioni a che è dovuto?
“Il mister è colui che ha gettato le basi, l’ho avuto nei tre anni in cui un giocatore assorbe il maggior numero di informazioni calcistiche possibili, è stato fondamentale sia a livello tecnico, sia a livello tattico ma soprattutto a livello umano essendo un allenatore competente e di grande spessore mi ha aiutato tantissimo a crescere come giocatore ma anche come uomo.
So che vi sentite spesso e quando torni a San Severino trovi sempre il modo per incontrarlo magari a cena come stasera…
“E’ naturale, condivido con lui parte della mia vita calcistica, lui ha fatto tanto per me, ha sempre creduto e puntato su di me sin da bambino, sfidando l’invidia e lo scetticismo da parte di tante persone che non erano d’accordo con lui in quanto ero considerato si bravino ma troppo piccolo per poter puntare ad alti palcoscenici”.
Come è avvenuto il passaggio da una società dilettantistica ad una professionistica?
“Merito sempre di mister Borioni che in accordo con mister Pala, allora allenatore degli allievi Nazionali dell’Atalanta, mi ha proposto ad una società satellite, il Margine Coperta (Montecatini) da lì sono poi approdato l’anno dopo alla Primavera dell’Atalanta ritrovando poi Pala come allenatore”.
Ha un ricordo particolare nel periodo pre professionistico?
“Si, è curioso ricordare che il 1° maggio del 2002 io insieme a Guido Marilungo accompagnati da mister Borioni ci siamo recati in un campo alla periferia di Bergamo per giocare un triangolare con i Giovanissimi Nazionali dell’Atalanta, ma a fine partita l’allora tecnico bergamasco ci congedò con un inesorabile:….. vi faremo sapere, ma non era molto entusiasta. Non si sono più interessati a noi. Poi fortunatamente sono rientrato dalla porta di servizio”. 

Fonte: Cronachemaceratesi.it

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