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12 e 13 giugno al voto

Referendum sull’acqua: i sì e i no che non ti aspetti

Il referendum per l’acqua pubblica creano sostenitori del si e del no inusuali: il sindaco di Varese Fontana, leghista, andrà a votare sì. Mentre il politico PD Giuseppe Adamoli spiega sul blog le sue ragioni per il no

I due quesiti referendari sull’acqua pubblica creano una lista di sostenitori – per il si e per il no – davvero inusuali. E tra le posizioni più originali, in Italia, ci sono anche due varesini:  il sindaco di Varese Attilio Fontana, leghista, che per questi questiti andrà a votare sì.
Nelle stesse ore in cui l’opione di Fontana, faceva il giro dei media nazionali, il politico PD Giuseppe Adamoli ha spiega sul suo blog le sue ragioni per il no. Due posizioni che non ci si aspetta, per cui abbiamo chiesto maggiori informazioni.

Attilio FontanaFontana, lei ha pubblicamente dichiarato di votare sì ai referendum sull’acqua: è una scelta da sindaco?
«Sì si può dire che sia una scelta da sindaco – spiega Attilio Fontana – Deriva dal fatto che mi sono convinto, nel mio ruolo, che l’erogazione dell’acqua debba restare pubblica. Mentre l’Italia sta procedendo e andando oltre alle disposizioni legislative europee. La norma europea prevede infatti che nei servizi pubblici ci siano tre alternative: messa a gara del 40% della società, individuazione del gestore del servizio pubblico o affidamento diretto. In Italia invece questa terza ipotesi viene vista come residuale e resa difficile da applicare».

Come pensa debba essere gestita l’acqua?
«Io sono sempre più convinto che sia sempre più fondamentale, nel pubblico, distinguere chiaramente tra ciò che funziona e ciò che non funziona: se un servizio funziona deve rimanere pubblico, garantendo una gestione giusta e magari anche portando qualche soldino nelle casse di tutti. Per quanto riguarda la possibilità di remunerare gli investimenti con gli aumenti tariffari, non capisco: io non sono contrario al farlo, ma non vedo perchè debba farlo il privato. Noi in regione Lombardia non tocchiamo le bollette da 11 anni: e perciò non facciamo investimenti. Se potessimo aggiornare e ritoccare le tariffe, anche noi potremmo fare investimenti»

Ci ha parlato dei due quesiti sull’acqua: cosa farà per nucleare e legittimo impedimento?
«Per gli altri due quesiti non ritirerò la scheda»

Giuseppe AdamoliDi opinione opposta invece Giuseppe Adamoli, lunga storia politica nel centrosinistra, esponente del Pd fino a pochi mesi fa consigliere della Regione Lombardia. E la sua scelta la esplicita nel suo blog su VaresePolitica: «Voterò NO su almeno uno dei due quesiti sull’acqua – spiega Giuseppe Adamoli nel post che riguarda i referendum – Non è vero che è in gioco la privatizzazione dell’acqua, ma solo la gestione del servizio idrico. Finora questa gestione è stata pubblica e la rete dei servizi è un colabrodo in molte parte d’Italia. Le municipalizzate sono state spesso dei carrozzoni per manovre clientelari e sprechi».

A convincerlo in particolare il sistema delle gare
: «Trovo giusto che ci siano gare pubbliche e trasparenti per scegliere il gestore più economico ed efficiente. Il quale potrà essere pubblico o privato a secondo della qualità e della validità delle offerte sulle quali decideranno gli Enti Locali. Sono necessari e urgenti investimenti consistenti per i pozzi, per le tubazioni, per i depuratori. Con le casse dello Stato così conciate saranno rinviati sine die».

Non sarà però solo, nel PD: «Ho appreso che Sergio Chiamparino e Matteo Renzi voteranno come me. Bene, la solitudine mi ha sempre pesato, malgrado l’apparenza diversa».

Per gli altri referendum, sul nucleare e sul legittimo impedimento, la sua scelta è opposta e convinta: «Voterò due SI convinti sul legittimo impedimento e sulle centrali nucleari».

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