A riflettori televisivi ormai spenti l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che fin dalla sera del 26 febbraio lavora sul corpo di Yara Gambirasio, è tornata al campo di via Bedeschi, a Chignolo d’Isola, dove la ragazzina era stata trovata morta proprio il 26 febbraio, casualmente, da un appassionato di aeromodellismo.
Il medico legale avrebbe prelevato nuovamente arbusti, terriccio ed essenze dal luogo esatto del ritrovamento, che in quasi due mesi è stato calpestato e invaso a più riprese da pellegrini, persone commosse e colpite dal dramma di Yara. L’obiettivo del nuovo sopralluogo, così come tutti i precedenti passaggi del lavoro di Cristina Cattaneo, non ha spiegazioni ufficiali. Le indiscrezioni suggeriscono che anche questo nuovo sopralluogo rientra nel lavoro dei medici legali per accertare se il corpo di Yara Gambirasio è sempre stato nel campo di via Bedeschi tra il 26 novembre e il 26 febbraio. O, più in particolare, se anche l’omicidio della ragazzina può essere avvenuto lì, proprio in quel campo incolto, oppure in un altro luogo, prima del trasporto (anche immediato) in via Bedeschi.
Il dubbio non riguarda quindi solamente uno spostamento a posteriori del cadavere, magari in prossimità del 26 febbraio, dopo una lunga permanenza in un altro luogo: questa circostanza sembra essere ormai esclusa. Non si è mai capito, però, se subito dopo il rapimento Yara possa essere stata portata a Chignolo d’Isola o in un altro luogo. Sarebbe un dettaglio utile per le indagini, soprattutto se il lavoro dei medici legali aiutasse a ricostruire gli spostamenti esatti della ragazza prima dell’abbandono in via Bedeschi.
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