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L'intervista

Banca Mediolanum: le irregolarit?? scoperte da nostro ispettorato interno

L'istituto di credito risponde ai dubbi. "Tutte le regole soono ben spiegate ai clienti. A Brembate Sopra solo quattro persone lamentano un'appropriazione indebita".

Dopo i dubbi, i sospetti e le querele di una serie di clienti che si affidavano sul territorio di Bergamo e provincia ad alcuni promotori finanziari legati a Banca Mediolanum, proponiamo un’intervista ad importanti rappresentanti dello stesso istituto di credito, in particolare il direttore degli affari legali, l’avvocato Ettore Parlato, e il responsabile dell’ispettorato della Banca Maurizio Zanardi.

Come vi spiegate che, almeno in provincia di Bergamo, emergono casi solo di promotori di Banca Mediolanum?

No, non è così.

È una coincidenza, un errore di chi fa informazione?

Può dipendere anche dalle quote di mercato che ha una determinata società. Chi è più radicato in un determinato territorio va anche incontro a maggiori probabilità che insorgano problemi.  

Il promotore finanziario, o family banker, quando entra in casa dei clienti chi rappresenta?

E’ promotore finanziario, regolarmente iscritto ad un albo, è una forma di sicurezza nei confronti del pubblico. La sicurezza dipende dalla sua conoscenza tecnica e dalla sua competenza. E in più l’albo ha il compito di accertare la sua dignità morale. Il family banker ha un rapporto di agenzia con Banca Mediolanum, dalla quale riceve un mandato senza rappresentanza, vale a dire che non può stipulare contratti per nome e per conto della banca, deve mandarli alla sede di Basilio ed è Mediolanum ad accettare o non accettare determinate proposte. In caso positivo il contratto si conclude.

Quindi se spariscono i risparmi tutto avviene prima che qualsiasi contratto o proposta di contratto arrivi alla banca?

Dipende dai casi.

Cioè?

Ci sono regole da rispettare. La prima regola è che non si consegnano denari in contanti al promotore finanziario. C’è scritto su tutti i documenti che vengono consegnati dalla banca al promotore e che il promotore deve consegnare ai clienti. Se si versano inoltre soldi tramite assegni, gli assegni non vanno assolutamente intestati al promotore finanziario ma alla “società prodotto”, ad esempio Mediolanum Vita per le polizze.

Questo viene detto ai clienti?

E’ tutto riportato nella documentazione. Non si può non essere disinformati. La cosa interessante è che tutti i clienti ricevono una nostra conferma dell’investimento. Così deve essere. Quindi se il cliente rispetta queste poche e facili regole non c’è alcun rischio. Se così non avviene ma gli investimenti sono stati effettivamente versati a Banca Mediolanum, e ciò è dimostrabile, allora noi rispondiamo.

Che tipo di controlli fate sui promotori finanziari?

Facciamo tutta una serie di controlli sofisticati. Un controllo di cosiddetto di primo livello, che viene fatto da una serie di supervisori sul territorio. Un secondo tipo di controllo, che facciamo dalla sede, tramite il cosiddetto “ispettorato rete”, che segue un metodo approfondito, che aggiorniamo passo dopo passo. Per dare un’idea abbiamo 120 indicatori di anomalia, che incrociamo tra loro al fine di individuare determinate anomalie. Confronti particolarmente avanzati. Gli ultimi casi che voi citate a Bergamo sono stati scoperti dall’ispettorato interno di Banca Mediolanum.

Quindi non è vero che tutto è nato dalle querele o dagli allarmi dei clienti?

No, questo è falso, tutto è partito dal nostro ispettorato. Siamo noi che abbiamo inviato una serie di richieste ai clienti, accorgendoci che qualcosa non andava.

Si riferisce ad un questionario arrivato ad alcuni clienti di Brembate Sopra o Bergamo tra febbraio e marzo?

Si, il questionario, in cui si ponevano domande per verificare le procedure, corrette o meno, che erano state prospettate ai clienti.

Ma quanto tempo ci vorrà per risarcire chi si è ritrovato senza risparmi?

Serve in contratto di Banca Mediolanum firmato e il contestuale mezzo di pagamento. Una volta che si hanno le informazioni sul trasferimento di denaro e il cliente provvede a denunciare il promotore, noi allora contattiamo tutti i clienti e risolviamo. Ma quando il cliente non riesce a dimostrarci il nesso tra investimento e versamento in banca, allora la storia è più complicata. Se c’è il cliente che sostiene di aver versato 1 milione di euro in contanti, ma non può dimostrarlo, possiamo farci poco.

E’ successo in uno dei recenti casi in provincia di Bergamo?

Non abbiamo detto questo. Quanto ai tempi per il risarcimento dipende tutto, appunto, dalla documentazione che il cliente consegna. Basti dire che, per il caso di Luigi Fontanella a Brembate Sopra, abbiamo incontrato 200 clienti. Solo quattro, finora, hanno lamentato in modo evidente un’appropriazione indebita ai loro danni.

Su 500 clienti solo quattro?

Si, la scomparsa di soldi è lamentata solo da quattro persone. I 24 milioni di euro corrispondevano ai soldi che tutti i 500 clienti circa avevano in banca. Non certo alle somme sottratte dal promotore finanziario. Ci sono poi molti altri suoi clienti che pensavano di poter avere in banca molto di più di quanto in effetti c’è, forse perché c’erano state previsioni non azzeccate sugli investimenti. Non perché c’è stata una sottrazione di denaro.

Risulta che l’ex sindaco di Medolago Giancarlo Ghinzani, a suo tempo indagato e condannato a due anni per truffa, avesse una società con Antonio Valenti, vostro promotore di Bergamo finito sotto la lente negli ultimi mesi. E’ una circostanza che avete verificato?

Si, si trattava di una società costituita tra Ghinzani, Valenti e un terzo promotore finanziario. Ma era una società destinata a pagare uffici e spese amministrative, non una società operativa per investimenti di Banca Mediolanum. E’ l’occasione per sottolineare che gli uffici utilizzati sul territorio dai promotori non sono mai sedi staccate o filiali di Banca Mediolanum.

 
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