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No alle ruspe

Borgo del Monte Canto: appello in extremis a Formigoni

Francesco Arrigoni, consigliere a Villa d'Adda nonch?? curatore del blog Terradadda, lancia in extremis un appello al presidente della Regione Lombardia.

Francesco Arrigoni, consigliere a Villa d’Adda nonché curatore del blog Terradadda, lancia in extremis un appello al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni per salvare il borgo del Monte Canto. Dal momento che le ruspe non sono ancora entrate in azione per radere al suolo il borgo del Monte Canto, prima che si distrugga un importante pezzo di storia della regione, Arrigoni invita chi condivide l’iniziativa a mandare subito un messaggio (oppure copiare e incollare il suo) e inviarlo alla mail del presidente del Pirellone: roberto_formigoni@regione.lombardia.it
Ecco l’appello

Mi rivolgo a Lei con un accorato appello perché impedisca che si compia un grave delitto ai danni della storia e della tradizioni di uno degli angoli più caratteristici della Lombardia.
Dal 2003 Regione Lombardia è divenuta proprietaria del Borgo del Monte Canto e boschi circostanti. Questo anche grazie al contributo dei dieci comuni del PLIS del Monte Canto e del Bedesco che hanno versato metà del valore dei beni, in totale un milione di euro.
Il borgo le cui origini sono precedenti al XV sec., in passato era un comune autonomo, un villaggio che ospitava 120 contadini, situato sul Monte Canto un bellissimo monte orfano situato tra Pontida e Sotto il Monte Giovanni XXIII, il primo monte che si affaccia sulla pianura padana in prossimità del fiume Adda.
Nei sette anni in cui Regione Lombardia è proprietaria del borgo non ha fatto alcun lavoro per salvaguardare il borgo già gravemente compromesso dal pluridecennale abbandono.
Recentemente si è verificato un piccolo crollo, al seguito del quale il comune di Pontida, comune sul quale insiste il borgo, ha emesso un’ordinanza a carico di Regione Lombardia intimandole di mettere in sicurezza il borgo al fine di salvaguardare l’incolumità degli escursionisti che passano nei pressi.
I tecnici delle Regione Lombardia e di ERSAF hanno deciso che il modo migliore per mettere in sicurezza il Borgo è quello di spianare tutti gli edifici all’altezza di un metro e mezzo. In questo modo si cancellerebbe per sempre una testimonianza architettonica agricola unica nel suo genere.
E’ vero che ci sono alcuni spezzoni di muri pericolanti che possono essere abbattuti, ma buona parte del borgo non corre imminenti pericolo, in special modo il cosiddetto Palazzo (il plesso più a ovest) che è l’edifico meglio conservato.
Con poco si potrebbe recintare in maniera appropriata il borgo e metterlo in sicurezza onde impedire l’accesso agli escursionisti e con calma pensare ad una soluzione per un consolidamento e recupero del borgo o quanto meno della parte più importante (il Palazzo).
Invece sono stati già stanziati 75mila euro con la somma urgenza per fare i lavori di abbattimento generalizzato.
Poiché le ruspe non sono ancora salite sul borgo la esorto signor Presidente, lei che ha il potere necessario, a fermare l’abbattimento indiscriminato e perché salvi il borgo o perlomeno gli edifici più importanti

Cordialmente
Francesco Arrigoni
Consigliere comunale comune di Villa d’Adda (uno dei comuni del PLIS)
 

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