E’ un mistero che si infittisce sempre più quello di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa nel tardo pomeriggio del 26 novembre. A 24 giorni da quel drammatico venerdì, in cui Maura Gambirasio, la mamma, chiamò allarmata i carabinieri attorno alle 19,30, della piccola Yara non è stata trovata alcuna traccia. Tutti gli oggetti raccolti e repertati dalle forze dell’ordine sono risultati estranei alla ragazzina. E anche sugli orari degli ultimi spostamenti noti di Yara, le ricostruzioni si sono accavallate una dopo l’altra.
L’ultima versione, che per gli inquirenti era già nota ma che è stata resa pubblica solo venerdì a "Quarto Grado" (Rete 4), è che Yara si trovava ancora all’interno del centro sportivo alle 18,42. A quell’ora l’ha vista il papà di una sua compagna di ginnastica, che aveva appena guardato l’ora sul cruscotto dell’auto prima di entrare nel complesso sportivo di Brembate Sopra ad aspettare la figlia. E gli ultimi segnali di Yara si racchiudono in quei 13 minuti tra le 18,42 e le 18,55 quando il suo telefonino, secondo i tecnici, si trova ancora fisicamente a Brembate Sopra, nei pressi del centro sportivo e nei pressi della casa di famiglia.
Un altro punto fermo (o quasi) è la presenza di Yara nel cantiere dell’ex Sobea di Mapello, almeno stando al fiuto di tre segugi su tre, che hanno portato i carabinieri in quel posto, più volte. Ma a questo punto non è più chiaro quando Yara è passata dal cantiere, se è vero che appena è uscita dal centro sportivo ha mosso i primi passi verso casa.
Ci sono poi le testimonianze, poche: quella del giovane vicino di casa Enrico Tironi e almeno di un’altra persona che è stata ascoltata dalla polizia, che parlano dell’auto rossa con due uomini vicino che parlavano con una ragazzina, in quel tardo pomeriggio del 26 novembre. Era Yara, probabilmente, secondo i testimoni. Ma oltre a questi pochi dettagli non si sa nulla. E in quadro di indagini sempre più difficili, non certo favorite dal passare del tempo, si scatena ogni tipo di voce e di intervento: dalle telefonate anonime all’impiego di sensitivi e sensitive, che per ora non hanno portato a nulla.
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