Prima un incontro a Brembate Sopra, dopo essere uscita dalla palestra, e poi lo spostamento verso la zona industriale e verso il cantiere del nuovo centro commerciale di Mapello? E’ un’ipotesi non più campata in aria quella alla quale lavorano gli investigatori, in particolare i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo con il supporto di diversi reparti speciali dell’Arma.
Le ultime e avanzate analisi sul telefonino di Yara Gambirasio parlano chiaro: dopo le 18,30 di quel venerdì 26 novembre il cellulare è rimasto nella zona tra il centro sportivo di via Bruno Locatelli e via Rampinelli, dove c’è l’abitazione di Yara. Si è spento lì. Alle 18,49 ha agganciato la cella di Mapello solo per una questione "virtuale" di traffico telefonico. Ma fisicamente il telefonino, e molto probabilmente anche Yara, sono rimasti lì, a due passi da casa, fino alle 18,55. Ed è lì che il telefono si è spento.
Nella serata del 16 dicembre è anche emersa un’indiscrezione, un dettaglio su quei cani molecolari che nei primi giorni dell’indagine hanno portato i carabinieri dalla palestra al cantiere dell’ex Sobea, del nuovo centro commerciale di Mapello. "I cani sono entrati in cantiere e in quello stanzino sotterraneo che poi abbiamo setacciato sono letteralmente impazziti per l’odore di Yara", dice un investigatore. Un cane molecolare può anche sbagliare, nel 70% dei casi. Ma tre segugi su tre hanno portato lì. In quel gabbiotto sotterraneo del cantiere Yara c’è stata.
Resta però da capire perchè i segugi, appena usciti dal centro sportivo, hanno portato con determinazione i carabinieri al cantiere di Mapello, mentre il telefonino indicherebbe una presenza della ragazza in direzione esattamente opposta. Le ipotesi degli inquirenti sono più di una: forse Yara è rimasta con i suoi rapitori tra le vie che conosceva bene, verso casa, per circa 25 – 30 minuti, fino alle 18,55 (potrebbe anche essere uscita dalla palestra non alle 18,30 in punto, ma poco dopo). Poi è stata portata verso Mapello e di fronte al centro sportivo i cani hanno fiutato il suo ultimo passaggio. Secondo i loro addestratori i segugi molecolari sono capaci di riconoscere l’odore di una persona anche se si è spostata in auto.
Oppure qualcuno ha preso il cellulare della ragazza dopo l’sms inviato all’amica Martina, alle 18,44, è rimasto in zona altri dieci minuti mentre Yara veniva portata a Mapello, e ha poi spento il celluare definitivamente. Sono ipotesi alle quali si lavora con costanza, 21 giorni dopo la scomparsa, per cercare di ricostruire con certezza quei primi spostamenti, determinanti per le indagini.
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