Come scomparsa nel nulla, senza lasciare tracce. Il giallo di Yara Gambirasio è sempre più giallo. La giovanissima ginnasta non torna più a casa dal 26 novembre scorso e in diciassette giorni si sanno ben poche cose certe: probabile che dopo essere uscita dalla palestra si sia diretta verso Mapello, ma non si sa perchè, nè con chi. L’indicazione è stata data dai cani. Probabile che il suo cellulare si sia spento in territorio di Mapello e che, appena uscita dal centro sportivo, Yara abbia parlato con due uomini vicino ad un’auto rossa, come testimonia Enrico Tironi. Per il resto nulla, un super giallo.
Un caso impenetrabile, per molti versi incomprensibile, rispetto al quale prendono corpo più ipotesi. Nelle ultime ore dalla questura e dai carabinieri filtra la notizia di indagini e accertamenti anche su una possibile pista satanica. Ma perchè un gruppo satanico dovrebbe coinvolgere una ragazza pulita, innocente, che mai aveva manifestato interessi per un mondo di quel tipo?
C’è poi l’ipotesi della ritorsione, della quale abbiamo parlato a partire da sabato sera. Da Brembate Sopra, nella giornata di domenica, è arrivata una serie di riflessioni e smentite, da parte in particolare della famiglia Gambirasio: "Non ho nemici, non ho nulla da nascondere", ha detto il padre di Yara, Fulvio. "Mio marito assolutamente senza ombre" ha ribadito in tv la madre di Yara. E oggi su l’Eco di Bergamo anche il datore di lavoro di Fulvio Gambirasio esclude categoricamente la pista di una vendetta. Una pista che gli inquirenti non hanno però abbandonato.
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