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Libri

“La ‘ndrangheta interloquiva con la Lega”, un libro racconta come

Il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli dal titolo "Metastasi" si basa sui racconti di Giuseppe Di Bella, picciotto di Francesco Coco Trovato nei primi anni '90 oggi pentito. Spuntano gli incontri tra il boss e "Gamma"

Questa sera verrà presentato a Milano il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi , giornalista di Libero già autore di "Vaticano spa", e Claudio Antonelli dal titolo "Metastasi" (ed. Chiarelettere), un lungo viaggio nel passato di Giuseppe Di Bella, pentito della ‘ndrangheta del nord che ha deciso di vuotare definitivamente il sacco in un libro-confessione nel quale dire tutto ciò che rimane da sapere della sua lunga carriera di picciotto delle ‘ndrine in provincia di Lecco. Due le particolarità che rendono questo libro "speciale": il fatto che la prima copia sia stata consegnata al capo della Dda di Roma Giancarlo Capaldo che lo ha acquisito e le dichiarazioni dello stesso pentito riguardo ad un fantomatico "gamma", uomo della Lega Nord lecchese che agli inizi degli anni ’90 "interloquiva", per dirla alla Saviano, con Francesco Coco Trovato allora capo della locale di Lecco poi arrestato nel 1992.  La parola d’ordine, scrive Gianluigi Nuzzi, era "votare la Lega e farla votare" e proprio quell’anno la Lega Nord fece il suo primo exploit al nord con oltre un milione di voti. Questo dice Giuseppe Di Bella al giornalista di Libero e a Claudio Antonelli e lo fa per sua moglie, morta di cancro.

IL LEGHISTA GAMMA – Le parole del pentito hanno già provocato un nuovo terremoto mediatico e il primo a difendere la Lega dalle dichiarazioni di Di Bella è stato l’uomo del Carroccio a Lecco, ovvero Roberto Castelli, già ministro nel secondo governo Berlusconi e attuale vice-ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha bollato come fantasie le accuse del libro di Nuzzi. Di Bella parla del politico "Gamma" e dei diversi incontri che Francesco Coco Trovato ha avuto con lui, dell’appoggio delle ‘ndrine locali al partito dell’indipendenza della Padania e della sua contrarietà a questo tipo di legame: «Proprio a loro che non potevo sopportare per via di quel ritornello contro i terroni che non hanno voglia di lavorare, comunque feci la mia parte», dice Di Bella che non sopportava quell’accordo tra il polentone e il terrone a base di "voti e bionde". Ma il libro di Nuzzi fa molto di più e racconta di estorsioni, di traffici di stupefacenti, usura e controllo vero e proprio del territorio come quando racconta di via Belfiore, dove c’era il bar omonimo nel quale si tenevano le riunioni e si prendevano le decisioni o del Wall Street, preferito dal boss Coco Trovato.

A VARESE IL BATTESIMO – Un leit-motiv che sembra potersi sovrapporre alle vicende di Lonate Pozzolo dove il controllo del territorio passava per il bar Moro, luogo di ritrovo degli uomini vicini a Nicodemo Filippelli e a Emanuele De Castro, in carcere con l’accusa di essere appartenenti alla locale di Legnano-Lonate. Stesse dinamiche e stessa strategia criminale, dare appoggio politico per poi chiedere il conto e ottenere in cambio appalti e libertà di movimento. Nel libro si parla anche della nascita del fenomeno al nord e la fa risalire al 1954 in provincia di Varese, per la precisione a Malnate  dove va a vivere Giacomo Zagari, capobastone di San Fedinando, paesino della piana di Gioia Tauro. Suo figlio Antonio, pentito, ha anche scritto il libro "Ammazzare stanca" nel quale ricostruisce vent’anni di malavita al nord. Grazie alle sue dichiarazioni venne istruito il primo processo alla ‘ndrangheta in provincia di Varese denominato "Isola Felice".

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