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L'analisi

Contro le big l’Atalanta va in testacoda e sono finite le chance per Ardemagni fotogallery

I nerazzurri contro squadre pi?? avanti in classifica non riesce a far punti ed il tempo concesso per il giovane bomber ?? scaduto

Sconfitta che lascerà il segno – senza dubbio – quella subìta dall’Atalanta contro il Livorno, la seconda figuraccia in due settimane dopo quella di Empoli di due giornate fa. Una figuraccia sicuramente mal digerita sia dal presidente Percassi che ha abbandonato il Comunale venti minuti prima del novantesimo sia dai tifosi nerazzurri che hanno bombardato di fischi la squadra e l’allenatore al momento di rientrare negli spogliatoi.

SQUADRA FRAGILE

Una partita giocata con intensità per venticinque minuti, (guarda il caso fino al momento dell’uscita di Doni per ko muscolare…) e poi naufragata, definitivamente, dopo il gol fortunoso di Pagano che ha sbloccato il risultato e cui i nervi degli atalantini, già al collasso, non hanno saputo rispondere.
La sensazione infatti è che la squadra sia mentalmente molto fragile. Lo si era capito a Piacenza e ad Empoli, si è trovata la conferma definitiva contro il Livorno: quando l’Atalanta subisce lo svantaggio va in palla, in stato confusionale, il pallone inizia a scottare tra i piedi e il pareggio diventa una chimera. gara con il Torino a parte, dove il gol che ha riequilibrato la partita è arrivato oltre il novantesimo per la forza della disperazione e per la zampata da bomber vero di Tiribocchi.

TIR, CROCE E DELIZIA
Tiribocchi che è croce e delizia di questa squadra. Delizia perché capocannoniere dei nerazzurri con 6 gol (in compagnia di Doni), bomber che in più di una circostanza ha contribuito a togliere le castagne dal fuoco (basta ricordare Torino citato poche righe sopra) ed unico attaccante “vero” dei nerazzurri; croce perché il Tir sembra sbandare un po’ troppo spesso in questa stagione, sbandate figlio di un nervosismo a tratti incomprensibile, come quello che gli ha fruttato il cartellino rosso – sacrosanto – di Livorno, e il resto dei gialli nelle partite precedenti condite da dichiarazioni di belligeranza nei confronti della stampa. Croci che iniziano a pesare sull’annata del numero 90 soprattutto per il peso specifico che ha nel reparto offensivo: insomma, il Tir, dati alla mano, è fondamentale, causa sterilità dei compagni di reparto (i numeri di gol siglati da Ardemagni e Ruopolo parlano chiaro) ed è per questo che quest’anno, più che mai, si deve esigere da parte sua maggiore responsabilità e pochi colpi di testa.

ARDEMAGNI? GAME OVER
Se Tiribocchi (con Doni) è l’unico a dare segni di vita avanti, per il resto degli attaccanti l’elettrocardiogramma è piatto, soprattutto per Ardemagni. Passi Ruopolo, che ha un tipo di gioco fatto per aiutare la squadra e che è arrivato in nerazzurro in sordina, ma per l’ex bomber del Cittadella di defibrillatori per dare una sveglia all’elettrocardiogramma ce ne sono stati ed ora sembrano esauriti. E’ stato protetto, coccolato, aspettato ed ha avuto più di una chance per rientrare in pista (16 le presenze totali in campionato), tutte possibilità che il giovane bomber ha gettato al vento, compresa quella datagli da Colantuono contro il Livorno e non stiamo parlando della prestazione dopo il rosso di Tiribocchi che ha reso ingiudicabile la sua partita, ma dei minuti intercorsi dal suo ingresso in campo all’espulsione del Tir. Con Foscarini segnava? Il tipo di gioco atalantino non lo favorisce? Tutto vero ma non sono motivazioni sufficienti per giustificare un solo gol in campionato: a furia di aspettarlo si è arrivati quasi al girone di ritorno, ben oltre al novantesimo della pazienza di tifosi ed ambiente.

CUCINA TOSCANA? NO GRAZIE
L’altra conferma che esce dalla partita con gli amaranto è la cronica debolezza che l’Atalanta dimostra contro le “big” del campionato cadetto: cinque sconfitte contro Siena, Novara, Piacenza, Empoli, e Livorno, tutte squadre che stanno davanti in classifica o che, sulla carta, sono candidate come i nerazzurri per la promozione. E senza punti negli scontri diretti la salita verso la A si fa sempre più dura.
Infine la curiosità: sembra che nella loro dieta i bergamaschi non prevedano cantucci, caciucco e la panzanella . Su cinque sconfitte ben tre (in ordine di piatto, Siena, Livorno ed Empoli) arrivano da squadre toscane.  

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