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L'intervista

Tremaglia: “Berlusconi a casa Mussolini era pi?? serio”

Pubblichiamo una lunga intervista a Mirko Tremaglia, "padre nobile" del movimento Futuro e Libert??, pubblicata sul sito de L'Espresso.

Pubblichiamo una lunga intervista a Mirko Tremaglia, "padre nobile" del movimento Futuro e Libertà pubblicata sul sito de L’Espresso.

Dalla Repubblica di Salò a Futuro e Libertà. Passando, in oltre sessant’anni di militanza, per il Movimento Sociale, Alleanza Nazionale e il Pdl. Fino al congresso di Perugia, a quella frase sfuggita dalle labbra appena prima di scendere dal palco: «Alla faccia di Berlusconi». È la storia di Mirko Tremaglia, una vita spesa nel nome dell’italianità («è tutta la vita») e dei diritti degli italiani all’estero, a cui riuscì, con una legge approvata il 20 dicembre 2001, a dare il voto. La prima volta, alle elezioni del 2006, con esito infausto per il centrodestra. Al punto che Berlusconi attaccò violentemente il padre della norma, minacciando addirittura di eliminarla. Tremaglia non l’ha perdonato. E oggi si spinge fino ad affermare che l’Italia di Mussolini era «più seria, più italiana» di quella di Berlusconi, a cui va «sicuramente» preferita l’esperienza della Repubblica Sociale. Contrattaccando su tutta la linea: «Berlusconi ha detto che manderà in pensione gli italiani all’estero», ribatte a L’espresso, «ma sarò io a mandare in pensione lui».

Onorevole Tremaglia, chi è Silvio Berlusconi?
È un uomo strano, che vuole essere il primo della classe dappertutto. Ma non si rende conto che deve fare il Presidente del Consiglio, un ruolo che richiede un senso delle Istituzioni oltre che l’intelligenza.

Invece lui non lo fa?
Il presidente del Consiglio deve fare il presidente del Consiglio. E invece fa tutt’altro. Ne fa di tutti i colori. Ad esempio, quando dice che è il più grande presidente degli ultimi 150 anni. Quando fa i suoi giochi di prestigio, anche nella sua vita privata. Ci sono situazioni interpersonali che dovrebbe rispettare. E invece insiste. Ora, io potrei dirle, ma non le dico. Però potrei dirle.

Preferisce alludere.
No, posso dirle che ci sono state delle situazioni di scontro sul piano personale, nei miei confronti, che sono state veramente indecenti. E sulle quali io non ho mai messo lingua. Ho sempre taciuto per non portare i discorsi su un piano miserevole.

Immagino ci sia di mezzo quando Berlusconi la accusò di aver fatto vincere le elezioni del 2006 alla sinistra…
Io ho fatto delle denunce all’autorità giudiziaria. Che non si è mai pronunciata.

Lei sostiene di aver «portato a compimento la democrazia in Italia» dando il voto a milioni di italiani all’estero. Ma pensa che il nostro sia un Paese compiutamente democratico?
No, e uno dei motivi per i quali ho votato contro la fiducia a Berlusconi alla Camera è stato proprio questo.

Berlusconi è antidemocratico?
Sì. È stato lui a dare il via a una legge per il reato di immigrazione clandestina. Che colpisce i migranti non perché commettono una qualche infrazione, ma per il semplice fatto di essere migranti. Ma se questa regola fosse stata applicata a noi italiani, che siamo arrivati a oltre 90 milioni di migranti, avremmo dovuto essere mandati via. E poi questo governo ha dimenticato gli italiani nel mondo. Su cui Berlusconi ne ha dette di tutti i colori. La mia legge, invece, va modificata introducendo lo scrutinio segreto nelle ambasciate e nei consolati. E il ministero per gli italiani all’estero va ripristinato.

È questo l’unico aspetto antidemocratico del governo Berlusconi?
No, situazioni controverse ce ne sono tutti i giorni, che vengono denunciate da varie parti politiche, non solo da sinistra. Noi dobbiamo ragionare per bene, da italiani. Siamo in una situazione partitocratica che distrugge tutti i diritti degli italiani. Quando ho votato contro Berlusconi apertamente prendendo la parola in Aula ho avuto acclamazioni da tutto il mondo, mai ne ho avute tante. E questo mi riempie di gioia.

Che pensa di chi, in Futuro e Libertà, si dice disposto ad allearsi anche con la sinistra pur di chiudere l’esperienza di Berlusconi in politica?
Dobbiamo fare in modo che se ne vada il governo Berlusconi. Noi votiamo per situazioni che determinano il fatto della sconfitta di Berlusconi. Che poi ci siano gli uni o gli altri non importa. Una volta che non si sconfessano certi principi, certi ideali, per me va bene.

Qualsiasi cosa per farlo cadere, insomma.
Qualsiasi cosa che sia nell’interesse dell’Italia e degli italiani. Questo già assolve da ogni possibile rimorso.

Pensa ci sia il rischio di un ritorno a un sistema autoritario?
Dipende da che cosa si intende, perché sistema autoritario può essere considerato anche quello di adesso. Indubbiamente con il sistema elettorale attuale, secondo cui uno può disporre dei seggi secondo il suo gradimento, diventa veramente pericoloso. Anche se la crisi partitocratica in atto credo non permetta di arrivare a soluzioni di questo tipo.

Quindi esclude…
No, non escludo. Il problema è che si perdono gli ideali, e questo può portare a far sì che entri in scena chi ha più soldi, chi ha situazioni pregresse soprattutto sotto l’aspetto economico.

E dunque alle compravendite di parlamentari.
Questo è un problema. Adesso c’è la faccenda della Carfagna, che insiste per andare via. Ma insistono anche gli altri nel fare operazioni al contrario, verso il Pdl.

Come la Santanchè…
Sì, mi ha fatto persino ridere. Perché lei ha fatto una operazione su un mio amico dell’Argentina, l’onorevole Angeli (Giuseppe, nda). Che è venuto subito dopo da me per giurare eterna fedeltà. Quella operazione l’aveva condotta la Santanchè.

Gli aveva offerto dei soldi?
Questo non lo so.

Uno dei temi fondanti della destra è la legalità. Cosa pensa della recente sentenza su Dell’Utri?
Che le sentenze vanno rispettate. Non si può dire che sono buone solo quelle che ci vanno bene, e sbagliate quelle che non ci piacciono: così è finita la giustizia. Io rispetto la giustizia, anche perché sono avvocato. E poi anche la storia del processo che non si deve fare al presidente del Consiglio è sbagliata.

Era più libera l’Italia di Mussolini o quella attuale?
Era più seria, più italiana quella di Mussolini. Bisogna avere il senso dello Stato, il senso dell’italianità. Anche se sono situazioni estremamente diverse.

Meglio Salò di Berlusconi?
Ah, sicuramente. Nel senso che se lei toglie il discorso di quello che hanno fatto i tedeschi, certamente. Anche se lì la situazione era di guerra, quindi è difficile fare un paragone di questo tipo.

Ma Gianfranco Fini non disse che la Repubblica Sociale è stato il "male assoluto"?
C’è una certa destra che dice che Fini ha tradito il Movimento Sociale, ma sono tutte balle. Io sono sicuro al cento per cento che Fini quella frase non l’abbia mai detta. C’era vicino a Fini una persona che me lo ha riferito.

Cosa ha sbagliato Fini?
Fini ha commesso l’errore della fusione nel Pdl, ha lasciato fare la fusione ai colonnelli. Per fortuna sono riuscito a lasciare fuori il Comitato Tricolore per gli italiani all’estero, di cui sono presidente da oltre quarant’anni.

Ma ora quella nel Pdl è un’esperienza finita. Come direbbe lei, "Alla faccia di Berlusconi".
A Bastia Umbra quando mi è scappata quell’ultima frase si è scatenato l’applauso. Ho detto apertamente che Berlusconi non mi poteva impedire una presa di posizione in favore degli italiani nel mondo, che è coerente con tutta la mia vita politica. Che di quello che ne pensa lui non mi interessa. Lui dice che vuole mandare in pensione gli italiani all’estero? E io mando in pensione lui.

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