• Abbonati
La lettera

“Scuola e gite: quanta disinformazione”

La protesta dei prof sta suscitando dibattiti, ma, spiega un lettore, occorre approfondire un po' cosa sia la scuola oggi, peraltro non certo un blocco omgeneo.

Gentile Redazione,
visto l’estendersi del boicottaggio dei viaggi d’istruzione (li chiamiamo "gite" per comodità, ma, in realtà, dovrebbero avere una preminente componente didattica), mi sento di fare anch’io un paio di considerazioni. Visto, però, che, purtroppo, lo spazio a disposizione è quello che è, mi vedo costretto ad importunarvi con una vera e propria mail, perchè vorrei riuscire ad esprimere il mio pensiero in maniera completa ed incontrovertibile.
Tanto per cominciare, una considerazione sul concetto stesso di sciopero. Il diritto di sciopero è sancito dalla legge: e ci mancherebbe altro! Questo diritto è strettamente individuale: è vero che gli scioperi vengono, per solito, indetti dai sindacati, tuttavia l’aderire o meno pertiene alla sfera personale. Così, se chiunque ha il pieno diritto di scioperare, altrettanto, chi non condivida le ragioni o i metodi dello sciopero è perfettamente libero di continuare a lavorare. Impedirglielo, con picchetti, minacce o altro, è, evidentemente, una vessazione.
In questo caso, per fortuna, non ci sono i picchetti fuori dalle fabbriche: tuttavia, se un Collegio Docenti si esprime contro l’effettuazione dei viaggi d’istruzione e ciò si trasforma in regola di tutta la scuola, l’imposizione di astenersene, a chi avrebbe intenzione di accompagnare i propri studenti in gita, è l’esatto equivalente di un picchettaggio ideologico. Tranne, ovviamente, il caso in cui il CD esprima l’opinione della totalità dei docenti che lo compongono: il che, per solito, però, non avviene.
In secondo luogo, leggendo i commenti che, nel corso del tempo, hanno accompagnato le notizie legate a questa precisa questione, ho constatato il dilagare di una feroce disinformazione: di una totale assenza di volontà di comprendere le ragioni della scuola.
Il prodotto di quest’analisi, chiamiamola così, tanto superficiale, è un qualunquismo di fondo, che è più grave perfino della stupidità. La scuola è fatta da tanta gente: questa gente proviene, purtroppo, da formazioni, carriere, universi molto differenti. C’è chi ha lavorato sodo, in università di prestigio e si è conquistato il proprio posto di lavoro senza chiedere nulla a nessuno e chi, invece, non sa nemmeno cosa vogliano dire una cultura ed una capacità professionale.
Dirò di più: molti insegnanti nemmeno si interessano di cosa voglia dire lavorare seriamente. Per costoro, insegnare è un modo, molto comodo, per portarsi a casa uno stipendio sicuro. E lo Stato non vigila, non seleziona: in fondo fa comodo a molti che le cose stiano così. Dei fannulloni e degli ignoranti non dico: ma quelli che lavorano duramente, che ci credono, che hanno studiato e continuano a studiare, per offrire ai nostri ragazzi un domani migliore, non meritano che si faccia di ogni erba un fascio.
Per cui, ammettendo tranquillamente che ci siano viaggi d’istruzione che, in realtà, sono soltanto occasioni, per i ragazzi di far casino e, per i docenti di visitare a buon mercato qualche città d’arte, vorrei si ricordassero anche quei viaggi che nascono da precisi progetti culturali, che sono frutto di esperienza e professionalità e che offrono agli studenti l’occasione per vedere e sapere cose che, nella vita, altrimenti, ben difficilmente potrebbero conoscere. Viaggi tematici, con itinerari studiati capillarmente e con materiali ed apparati che restano.
Ecco, questo vorrei che avvenisse: che, anzichè schierarsi, senza minimamente approfondire la questione, da una parte o dall’altra, per una volta si tenesse conto delle debite differenze che dividono un mondo, quello della scuola, che non è per nulla omogeneo, ma, anzi, pieno di differenze e di contraddizioni. Mi scuso per la lunghezza, ma, come capirete, preferisco dire tutto in una volta, sperando che sia chiaro, che centellinarlo in mille post, col rischio di venire frainteso.
Ringraziandovi per l’ospitalità, vi auguro buon lavoro.
Con tutta la mia stima
MC

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI