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Il caso

Rischio frana a Tavernola Cementificio paralizzato

A rischio un fronte roccioso tra i 5 e i 7mila metri cubi. L'estrazione della Sacci spa ferma da 10 giorni e dalla serata del 17 novembre stop anche ad altri settori dell'azienda. Chiusa anche la strada per Parzanica.

Procedura d’emergenza contro il rischio frane per il cementificio di Tavernola della Sacci spa, che si affaccia sul Sebino. Dalle 20 del 17 novembre è chiusa parte dello stabilimento che non riguarda l’attività estrattiva, già ferma da una decina di giorni. Attualmente la Sacci spa non comunica quali sono i settori aziendali bloccati dalle 20 di ieri, ma in azienda si respira una certa preoccupazione: "Siamo molto presi, vi faremo sapere al più presto, la situazione non è delle migliori".
A rischio risultano tra i 5 e i 7 mila metri cubi di roccia, che rientrano in un’area di circa 20 mila metri cubi non proprio in ottima salute.
Intanto è il sindaco di Tavernola Massimo Zanni a illustrare la situazione: "Per motivi di sicurezza la strada che dai pressi del cementificio porta a Parzanica è chiusa ormai da una decina di giorni. E così è anche per l’attività estrattiva del cementificio. Nella giornata del 17 novembre, però, la situazione si è ulteriormente aggravata. I sensori segnalano ulteriori spostamenti all’interno del fronte roccioso che si affaccia sul cementificio e quindi è scattata la procedura d’emergenza concordata con l’azienda. Dalle 20 sono chiuse altre parti dello stabilimento, quelle che riguardano le attività non estrattive".
"La situazione non è delle migliori" ribadiscono dalla Sacci. Gli incontri si susseguono frenetici, per cercare di capire al meglio la situazione e il da farsi. Quasi cento lavoratori sono fermi, in stop forzato.

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