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Letto per voi

Il Padova e le corna di Ardemagni

Il sito dei tifosi veneti riporta gli atteggiamenti del bomber nerazzurro che li ha sbeffeggiati con il gesto delle corna durante la gara di sabato scorso.

Oltre al danno, la beffa. Non bastasse il 4-1 rimediato sul campo, come definire, altrimenti, le provocazioni ricevute dai tifosi biancoscudati presenti a Bergamo per Atalanta-Padova? Tifosi, per la cronaca, sbeffeggiati nell’ultima parte di gara con gesti evitabili (quello delle corna, ma anche il numero quattro sulle dita, come i gol subiti, con l’invito a tornare a casa), da un attaccante avversario intento a compiere gli esercizi di riscaldamento a bordo campo.
Parliamo di Matteo Ardemagni, classe 1987, giovane attaccante in forza all’Atalanta, trasferitosi tra le fila dell’ambiziosa Società orobica in estate dopo una stagione in prima linea nel Cittadella. Annata, quella passata, impreziosita da 22 gol in 38 gare complessive con a maglia granata, dopo un po’ di improduttivo girovagare tra Perugia, Pro Patria, Pizzighettone e Triestina.
La storia di questo atleta è simile a quella del libro “Cuore”. Ardemagni, signor nessuno fino all’estate del 2008, viene acquistato per un pugno di spiccioli dal Cittadella del dg Marchetti, quale ennesima scommessa della Società patavina. Militava nella Triestina, dove nel 2008/09 in 25 presenze l’aveva messa dentro appena in due occasioni. Come dire, scommettiamo che…?
Ardemagni in granata offre il meglio di sé, segnando a raffica e, di fatto, concretizzando un’esplosione dal punto di vista sportivo che gli vale la chiamata all’Atalanta (pagato per altro a suon di milioni di Euro) in estate.
Peccato che, oltre ad una maturazione sul piano sportivo, non abbia evidentemente fatto seguito quella dal punto di vista comportamentale. Cos’abbia fatto di male il Padova a Matteo Ardemagni, ci viene difficile capirlo, a dispetto di dichiarazioni costantemente "belligeranti" da parte dell’atleta. Il quale, anche nella settimana precedente la gara giocata a Bergamo dai biancoscudati, aveva sentenziato: “Padova, voglio farti del male”. Nulla da eccepire se le parole rimanessero confinate tra le pagine di un giornale come divertente pre partita. Nulla da dire, a maggior ragione, se Ardemagni fosse titolare nella squadra di Colantuono e magari avesse già collezionato un bottino di reti tale da confermare il trend positivo inaugurato a Cittadella.
Peccato che niente di tutto questo corrisponda alla realtà, tanto più che l’attaccante si è reso protagonista di gesti provocatori sottolineati dai tifosi biancoscudati non da protagonista in campo ma durante il riscaldamento. Ne ha parlato anche il “Mattino di Padova” nell’edizione odierna, con una breve intervista anche al Presidente dei clubs biancoscudati, Giorgio Ferretti, presente a Bergamo.
Il verificarsi di simili teatrini, permettetecelo, è paradossale soprattutto nell’anno zero del calcio italiano dopo le contraddizioni prodotte dall’introduzione della tessera del tifoso. Con la quale, per inciso, si preferisce tenere fuori dagli stadi quelle frange di tifosi che potrebbero creare problemi all’interno. Come la mettiamo, allora, se sono i giocatori stessi a rendersi protagonisti (immotivamente) di gesti tanto puerili quanto inutili, al solo scopo di irridere o provocare?

(da biancoscudati.net, il portale dei tifosi del Padova)
 

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