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Salone del gusto, premio a due bergamaschi

Iniziata a Torino l'ottava edizione della kermesse alimentare. Attestati a Locatelli e Milesi, "custodi" di strachitund e agrì.

Si è alzato il sipario sull’ottava edizione del Salone del Gusto. In un momento come questo di grande crisi del settore agricolo, Carlo Petrini, patron di Slow Food, ha puntato il suo intervento sulla necessità di ridare il giusto valore al cibo e di consumare meno e meglio, cercando il prezzo giusto, non rincorrendo quello più basso. «Il rilancio dell’agricoltura italiana» dice Petrini, «deve passare attraverso il ritorno alla terra da parte delle nuove generazioni (oggi solo il 7% dei contadini ha meno di 35 anni). Per fare questo occorre però che i produttori vengano remunerati il giusto, che si riduca la burocrazia, che le banche diano accesso al credito con più facilità».
Da segnalare gli attestati di Benemerenza consegnati da parte di Slow Food ai due Custodi di Terra Madre bergamaschi Guglielmo Locatelli di Reggetto di Vedeseta, il custode che tramanda la tradizione dello Stachitund ed Abramo Milesi da Valtorta, il custode che tramanda, attraverso la Latteria Cooperativa Sociale di Valtorta da lui fondata, la tradizione dell’Agrì e del Formai de Mut.
Per il Sindaco Chiamparino, Salone del Gusto e Terra Madre confermano la vocazione di Torino di essere luogo di incontro e di confronto tra persone che vengono da ogni parte del mondo: «Apprezzo molto la metamorfosi del Salone di quest’anno che è passato dal mettere in evidenza i prodotti a porre al centro i territori che producono cibo. Mettere insieme i territori con la dimensione culturale è la vera cifra del Salone».
Il Presidente Cota ha rassicurato che, a dispetto di alcune voci che si levano a ogni edizione, il Salone del Gusto continuerà a svolgersi a Torino: «Sulla piemontesità di questo evento internazionale credo non ci possano essere dubbi. Facendo una fotografia dell’economia piemontese si trovano due pilastri fondamentali: l’industria e l’agricoltura. Due realtà che spesso hanno problemi comuni, come la difesa della qualità dei prodotti e dei posti di lavoro. Tutelare i nostri prodotti deve essere perciò una priorità di tutti e anche l’Europa lo deve capire. Non si tratta di curare interessi particolari, ma di difendere i diritti dei consumatori». Cota ha poi lanciato un appello ai giovani, affinché tornino all’agricoltura: «Nessun lavoro è disonorevole e anzi proprio questo settore offre grandi possibilità a chi saprà affrontare con determinazione le sfide del mondo globale».
Il Ministro Galan, che ha ricordato le battaglie di Slow Food contro la globalizzazione delle multinazionali del cibo, ha dettato tre obiettivi per il rilancio del comparto agroalimentare italiano: un punto di vista univoco che ci renda più autorevoli di fronte alla Comunità Europea, una risoluzione della questione quote latte che non danneggi chi ha sempre operato nella norma, una tutela dei piccoli pescatori che potrebbero essere penalizzati dalle nuove regole comunitarie. Si è inoltre detto fiducioso che un aiuto ai produttori potrà arrivare dal nuovo decreto legge sulla trasparenza delle etichette, grazie alla quale i consumatori sapranno l’origine esatta degli alimenti che acquisteranno.
In chiusura, Cholos ha sottolineato come il cibo tradizionale ci riporti alle nostre radici, alla nostra identità: «Gli elementi di diversità sono una ricchezza da salvaguardare. Scopo della nuova PAC (Politica Agricola Comune) sarà quello di realizzare sistemi produttivi che sostengano e convincano i contadini a restare e valorizzare le proprie terre. Anche Cholos, inoltre, ha sottolineato l’importanza di una più equa ripartizione economica tra gli attori della filiera. Per quello che riguarda i finanziamenti pubblici all’agricoltura, secondo il Commissario Europeo sono doverosi, in quanto il lavoro dei contadini aiuta anche a salvaguardare l’ambiente.
 

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