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L'inchiesta

Il vangelo leghista predicato dall’abate di Pontida

Presa Diretta ha fatto un viaggio in Bergamasca per scoprire come possano convivere sentimenti patriottici con la passione leghista sempre più radicata.

Il vangelo della Lega spiegato ai fedeli padani da prete di Pontida. Presa Diretta, programma di inchiesta di RaiTre, ha fatto un viaggio in Bergamasca per scoprire come possano convivere sentimenti patriottici della terra dei Mille con la passione leghista sempre più radicata nei bergamaschi. E così si scopre che i discendenti dell’esercito garibaldino ora hanno in tasca la carta d’identità padana (guarda il video) e che il sindaco di Caravaggio Giuseppe Prevedini vorrebbe riscrivere la storia con Bossi come unico eroe moderno (guarda il video). Lo spezzone dell’inchiesta che sta facendo più discutere è però quello che documenta il raduno del Carroccio a Pontida. Oltre alla classica goliardia dei militanti, l’inchiesta documenta la lezione di Lega Nord tenuta dall’abate di Pontida, padre Paolo Lunardon. “Alberto da Giussano e la Lega lombarda non avevano in mente la libertà d’Italia, era un argomento locale – spiega a una sparuta, ma attenta platea di giovani padani – i lombardi lavoravano, guadagnavano e volevano tenersi i loro soldi, non darli e mandarli in Germania dal signore imperatore. I soldi sono nostri, il problema era piuttosto pratico. Il vangelo dice che l’operaio è degno della sua mercede, chi ha lavora ha diritto ad avere il frutto del suo lavoro. Io ho sempre detto che Bossi ha messo le dita sulle piaghe giuste”. E alla domanda – cosa ne pensa del Risorgimento? – padre Lunardon risponde così: “L’ottocento è molto influenzato dall’idealità, cose romantiche, astratte”.

Presa Diretta ha fatto tappa anche a Caravaggio per intervistare il sindaco Giuseppe Prevedini, che dice la sua sull’Unità d’Italia. “La battaglia di Garibaldi? Andava bene a suo tempo. Oggi non sarebbe successo – spiega il primo cittadino – si vede in Belgio e in tutte le nazioni del mondo. Questi erano eroi ai loro tempi, oggi non sarebbero stati eroi. Bossi per me è un eroe, dal punto di vista pratico. Ha combattuto per 30 anni per avere un’Italia diversa. Ha cambiato la mentalità a tutti i partiti italiani. Oggi ci sono partiti democratici, di centrosinistra e di centrodestra, che hanno capito che per salvare questa nazione serve il federalismo. Oggi l’eroe del federalismo è Bossi”.

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