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Valbrembo

“Dimissioni per avere le mani libere?”

Claudio Carminati, coordinatore dela Lista Civica Nadia sindaco di Valbrembo, dice la sua dopo il Consiglio comunale del 29 settembre.

Claudio Carminati, coordinatore dela Lista Civica Nadia sindaco di Valbrembo, replica alle minoranze dopo il Consiglio comunale del 29 settembre.

Nel ribadire che la Lista Civica Nadia Sindaco, vede al suo interno molti cittadini non solo di Sinistra (come erroneamente qualcuno continua a insinuare), ma rappresentativi di un più ampio fronte, provenendo dal mondo laico, cattolico, indipendente, volontaristico, desidero porre l’attenzione su quanto segue:
le criticità all’interno di una maggioranza esistono, non solo a Valbrembo (basta leggere le cronache degli ultimi dieci giorni…) ma si possono superare se c’è la volontà di non guardare ai propri interessi e al proprio orticello di votanti, ma al bene comune.
L’atteggiamento in Consiglio Comunale adottato dalle minoranze Forza Valbrembo e Gruppo Misto, invece sembra ambire a tutt’altro.
Come si può escludere che tutte le dimissioni dei mesi scorsi e le polemiche attuali, invece, siano causate dalla necessità di avere le mani libere in vista di prossime coalizioni elettorali?
Non credo siano gesti doverosi e responsabili, e mi chiedo: dove sono finiti quegli amministratori che agiscono nell’interesse della collettività e non per puro calcolo personale?
Certo è che senza arrivare a quella bella politica che io, utopisticamente, continuo a sognare, è triste vedere che non esiste un minimo di interesse per la “cosa pubblica”, ma solo il continuo delegittimare l’avversario, senza essere propositivi e costruttivi.
Certo il problema non riguarda solo Valbrembo, ma allora? Mal comune mezzo gaudio?
E quindi mi chiedo e vi chiedo:
perché in Italia (e a Valbrembo) la politica è una lotta senza quartiere che ha il solo scopo di prendere, mantenere e ampliare il potere? Perché in Italia non esiste più il confronto dialettico tra opposti schieramenti, ma soltanto lo scontro teso alla distruzione dell’avversario? Perché non esiste più la cultura, anzi il senso del collettivo, perciò si preferisce arrecare un danno – grave e duraturo – al paese pur di fare il proprio interesse?
Domande retoriche, ingenue? O interrogativi che vanno al cuore del problema?
Claudio Carminati
Coordinatore Lista Civica Nadia

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